giovedì 5 novembre 2009

Presentata ieri, tra luci ed ombre, la stagione 2009-2010 della Fondazione Petruzzelli


E’ stata una conferenza stampa solo all’apparenza serena quella che nella serata di ieri ha ufficializzato la nuova stagione della Fondazione Petruzzelli, la prima che si svolgerà nel teatro ricostruito, vuoi per il braccio di ferro in atto da giorni sull’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari (di fatto al momento esclusa dalla programmazione annunciata) tra la suddetta fondazione e la Provincia, vuoi per le pesanti esternazioni (poi completamente rientrate) del consigliere e socio fondatore Domenico Di Paola, riportate ieri da alcuni quotidiani, sia contro la gestione, a suo dire quasi “commissariale” di Emiliano, sia sulla necessità di trovare, a teatro ormai riaperto, al più presto un direttore artistico di “chiara fama” che affianchi il sovrintendente Giandomenico Vaccari (quest’ultimo, infatti, ricopre ad interim anche il suddetto incarico).
Nel foyer del Teatro Petruzzelli erano presenti, oltre a Vaccari, il sindaco Michele Emiliano e i consiglieri del CdA della fondazione lirico-sinfonica barese, Di Paola, Michele Mirabella e Luigi Farace (Camera di Commercio).
Ma veniamo alla stagione. Sei produzioni di opera lirica, due di danza e un evento speciale, fuori abbonamento, rappresentato dal concerto natalizio che Riccardo Muti (nella foto) terrà il 21 dicembre insieme all’Orchestra Giovanile Cherubini con un programma che comprenderà, tra l’altro, la Quinta Sinfonia di Beethoven e il Romeo e Giulietta di Ciaikovskij.
L’inaugurazione della stagione, già annunciata da tempo, sarà quella del 6 dicembre con la Turandot di Puccini (repliche: 9-11-13 dicembre). La regia affidata a Roberto De Simone con la direzione musicale di Renato Palumbo, già protagonista di alcune produzioni di successo degli anni scorsi qui a Bari. Il cast vocale ricalcherà grosso modo quello dell’allestimento in forma di concerto tenutosi nello spazio 7 della Fiera del Levante la scorsa primavera, tranne che per i protagonisti Turandot (dovrebbe essere Martina Serafin) e Calaf ancora non ufficializzati.
A seguire il 16 gennaio 2010 ci sarà ancora un’opera di Puccini, La Bohème (repliche: 17/18/19/20 gennaio), in coproduzione con il Valli di Reggio Emilia come il recente “Sogno” di Britten, per la regia di Boris Stetka e la direzione musicale di Antonino Fogliani; a febbraio debutta uno spettacolo di balletto del calibro di Giselle con protagonista Eleonora Abbagnato, attuale consulente per la danza della Fondazione Petruzzelli, insieme alla Compagnia di Ballo dell’Opera di Riga (11/12/13/14 febbraio).
Ad aprile (7/9/11) sarà la volta della Cenerentola di Rossini con la regia di Daniele Abbado e la direzione di Evelino Pidò (un ritorno il suo al Petruzzelli dopo ben ventidue anni). Ancora la danza terrà banco con “Il lago dei cigni” ciaikovskiano interpretato dal celebre Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca (14/15/16 (x2)/18/19 maggio); a seguire, sempre a maggio (18/20/22) il terzo capitolo della tetralogia wagneriana con il Sigfrido (regia: Walter Pagliaro, direzione: Stefan Anton Reck) e dopo la pausa estiva, ecco a settembre (26/27/28/29/30) un dittico come il Tabarro pucciniano affiancato dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni; a dirigerlo ci sarà il maestro bitontino Vito Clemente, mentre è ancora da definire il regista dello spettacolo.
Infine, a cavallo tra due mesi (29/30/31 ottobre e 2/3 novembre) ci saranno Traviata per la regia del francese Arnaud Bernard e la direzione musicale di Daniele Callegari, che si alternerà con Giuseppe La Malfa, e la Norma di Bellini con la stessa regia, quella di Federico Tiezzi, per quella che come tutti sanno fu l’ultima opera ad andare in scena prima che il teatro bruciasse quel maledetto 27 ottobre del 1991; anche in questo caso è ancora da definire il nome del direttore d’orchestra.
Alla stagione della Fondazione, oltre alla quasi totalità dei cast vocali, manca ancora la parte legata ai concerti sinfonici e cameristici che il sovrintendente annuncerà non prima di gennaio.
Il nodo gordiano di una stagione giustamente pensata per il grande pubblico e dai contenuti popolari è a questo punto condizionato, oltre che dal puntuale rispetto dei contributi finanziari promessi da parte dei soci fondatori (tra gli altri, la stessa Provincia di Bari e la Regione Puglia), all’orchestra.
Quale cioè sarà l’orchestra protagonista della prima stagione nel Nuovo Teatro Petruzzelli? La frattura tra la fondazione lirico-sinfonica e la Provincia di Bari al momento appare così insanabile da far dichiarare al sindaco nonché attuale presidente della Fondazione, Michele Emiliano: “stiamo già pensando ad una nostra orchestra. A breve cominceranno le audizioni. Per un teatro che finora è riuscito a pagare con le sue forze eventi come l’inaugurazione, l’opera di Britten e il gran gala di danza con l’Abbagnato e solisti di fama mondiale, serve un complesso stabile.”
Chi scrive su queste pagine non può che trovarsi d’accordo su quest’ultimo punto. Certo è che, come sottolineato durante la conferenza stampa, la Turandot del 6 dicembre è ormai alle porte. Come sarà dunque possibile svolgere in tempo utile audizioni e prove della complessa opera pucciniana? Una specie di “Mission impossibile”? “Sì – ha risposto Emiliano – è davvero una missione impossibile, ma a queste missioni, come ben sapete, ci siamo già abituati da un bel pezzo.”

3 commenti:

  1. il problema del nuovo petruzzelli sono i prezzi. la plaetea costa quanto all'opera di roma, forse di più. e a roma abbiamo muti, chung, i grandi cantanti (non sempre, ma spesso). a bari chi c'è?
    inoltre a roma la platea è sempre mezza vuota perchè a nessuno va di spendere 100 o 130 euro per una serata, voglio dire, ma siamo ammattiti? figuriamoci a bari, dove di soldi ne girano sicuramente meno che a roma..
    in quanto alla scelta dei titoli della nuova stagione..beh sono più di quelli del san carlo di napoli e visto il periodo posso pure capire le scelte un pò popolari. d'altra parte persino la scala quest'anno non ha saputo fare di meglio.
    vedremo. cmq in bocca al lupo al nuovo petruzzelli. e che gli si riservi lo stesso trattamento riservato alla fenice. se no siamo alle solite: figli e figliastri.

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  2. Cavalleria Rusticana, Turandot, Bohème: cosa potevamo aspettarci se non il solito brodo teatrale italiano? Ne abbiamo di strada da fare...

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  3. Mi dispiace che chi commenta mantenga l'anonimato.Liberissimo di farlo. Ma chi ha davvero coraggio nell'esprimere le proprie idee lo fa con nome e cognome. Premesso questo dato inconfutabile, mi permetto solo di ricordare all'anonimoche l'Opera di Roma non è ancora paragonabile ad una Fondazione come quella barese che entrerà solo nel 2010 nel FUS - Fondo Unico per lo Spettacolo; sempre che questo accada davvero. Della cosa, infatti, al momento, non sarei così sicuro. Di conseguenza i finanziamenti destinati al Petruzzelli sono briciole rispetto alle svariate decine di milioni di euro di cui gode l'OPERA DI ROMA.

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