mercoledì 7 maggio 2008

Una prima esecuzione assoluta di Biagio Putignano con l'ICO "Tito Schipa" di Lecce


Provincia di Lecce / Stagione Lirico-Sinfonica 2008 / Lecce, 9 maggio 2008 / Teatro Politeama (alle 21.00) Biagio Putignano: "TRADUZIONI A CALCO" (2008) - cinque frammenti per orchestra (prima esecuzione assoluta). I.C.O. "T. Schipa" di Lecce diretta dal maestro Attilio Tomasello. "Il titolo fa riferimento al volume di Eduardo Sanguineti “Quaderno di Traduzioni” pubblicato da Giulio Einaudi Editore, Torino 2006. Sanguineti definisce “traduzione a calco” (da cui il titolo della composizione) il suo lavoro di traduzione poichè riproduce l’originale proprio a partire da alcuni elementi formali, esaltando la fedeltà al suono e al ritmo del verso più che al senso.
In questo modo sembra emergere la struttura profonda dei testi affrontati, appartenenti ad epoche ed Autori diversissimi (il De rerum natura di Lucrezio, i Sonetti di Shakespeare, le Elegie romane e gli Epigrammi veneziani di Goethe). Dal volume di Sanguineti, sono stati tratti i seguenti versi, che fungono da epigrafi alle cinque sezioni in cui il pezzo è diviso: 1. …Volentieri io oltrepasso il confine, tracciato largo / con un grosso gesso…[Goethe, da: Epigrammi veneziani]; 2.…Conviene, al sottile spirito dell’amore, ascoltare con / gli occhi…[Shakespeare, da: Sonetti]; 3.…Dite, a me, pietre! oh parlate, voi, alti palazzi! / strade, pronunciate una parola!…[Goethe, da: Elegie romane]; 4. …Nessuno lo sente, il tempo, / indipendentemente dal movimento delle cose e dalla loro / placida quiete…[Lucrezio, De rerum natura ]; 5. …Non c’è cosa, dunque, che ritorna al nulla, ma tutte, / per disgregazione, ritornano agli elementi corporei della / materia…[Lucrezio, De rerum natura - ]." Dal punto di vista tecnico-musicale, il brano impiega frammenti estratti da opere di Nono, Berio, Varèse, Boulez, Donatoni; i frammenti non sono mai riconoscibili, ma creano i presupposti per esperire nuove tecniche compositive, che riconducono sia al concetto di "rizoma" della filosofia di Deleuze e Guattari, a quello della "complessità" di Morin, alle pratiche della geometria frattale, senza dimenticare la lezione di Giovanni Piana.


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