venerdì 14 ottobre 2011

Buon concerto ieri al cineteatro Royal Dell'Orchestra della Provincia di Bari diretta da Giovanni Pelliccia


Il Royal è un cinema, ma viene spesso utilizzato come palcoscenico per la prosa o per concerti di musica da camera. Liberato dalla moquette sul pavimento non ha un'acustica malvagia, ma resta in definitiva la classica sala cinematografica un po' sorda. L'Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, che continua a vagare senza "casa" (l'Auditorium "Nino Rota" naturalmente!) da vent'anni, tra l'arena all'aperto di un Ipercoop a Japigia, una piazza e una chiesa, potrebbe aver trovato almeno su Bari una casa provvisoria, dove almeno provare con serenità i concerti che continua a tenere, nonostante le oggettive difficoltà, con eroica determinazione.
Ieri sera a dare lustro alla serata c'era la pianista coreana Ilia Kim (nella foto), che dal 1998 vive e suona intensamente in Italia, avendo, tra l'altro, sposato il noto musicologo, pianista e organizzatore musicale Piero Rattalino.
In programma per lei il quinto concerto di Beethoven, il cosiddetto Imperatore, pagina tecnicamente ostica per mani d'acciaio dalle dita agilissime. La Kim è parsa decisamente all'altezza della situazione, dotata com'è di ottima tecnica, si è però smarrita in un paio di passaggi del maestoso primo movimento. Niente di grave, sia chiaro. Buona anche la prova dell'orchestra barese che sotto la guida attenta di Giovanni Pelliccia ha egregiamente sostenuto l'arduo impegno della pianista asiatica. Valida anche la lettura proposta da Pelliccia nell'Incompiuta schubertiana che completava il concerto insieme all'ouverture dell'"Oberon" di Carl Maria von Weber: intima ed energica, attenta alle dinamiche, nonchè al sublime respiro e al fraseggio che rendono unica questa celebre pagina. Buona la risposta dell'Orchestra barese, che ha raccolto il meritato successo di un pubblico non numeroso ma partecipe. Aspettando che torni nella sua vera "CASA" quanto prima, le auguriamo di non mollare. Una città come Bari può tranquillamente far convivere due Orchestre, senza inutili guerre fratricide e astiose polemiche. I tempi dei Guelfi e dei Ghibellini, dei Capuleti e dei Montecchi, sono finiti da un pezzo.

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