martedì 11 ottobre 2011

L'Orchestra della Provincia di Bari diretta da Giovanni Pelliccia si esibisce giovedì prossimo al teatro Royal


Giovedì 13 ottobre 2011 alle ore 20.30 presso Teatro Royal di Bari (Corso Italia, 112) l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari si esibirà in un concerto dedicato a Weber, Beethoven e Schubert diretto dal maestro Giovanni Pelliccia (nella foto) e con solista al pianoforte Ilia Kim (i biglietti saranno in vendita la sera stessa del concerto al costo di 4 euro presso il botteghino del Teatro Royal. Info: 080.5412302).
Il concerto si apre con l’esecuzione dell’ouverture J. 306 di Carl Maria Von Weber (1876 - 1826) tratta dall’opera romantica “Oberon”, andata in scena per la prima volta al Covent Garden di Londra il 12 aprile del 1826 sotto la direzione dello stesso autore e basata su un libretto di James Robinson Plance, a sua volta ispirato dall’antica leggenda francese di Oberon, il re delle fate.
In programma, poi, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 in mi bemolle maggiore op. 73, “Imperatore” di Ludwig Van Beethoven (1770 - 1827). Con quest’opera ci troviamo di fronte all’ultimo dei Concerti per pianoforte di Beethoven. Le circostanze in cui fu composto meritano di essere ricordate: Beethoven iniziò infatti a lavorarvi nel 1809, contemporaneamente allo scoppio della guerra tra Austria e Francia e dovette peraltro interromperne la stesura prima a causa del bombardamento di Vienna, quindi della sua occupazione da parte delle truppe francesi. Soltanto con il ristabilirsi della pace, nell’ottobre dello stesso anno, gli fu possibile riprendere il lavoro, che ultimò nel 1810, quando consegnò la partitura all’editore Breikopf. Il Concerto venne dedicato all’Arciduca Rodolfo in segno di riconoscenza: costui aveva infatti garantito a Beethoven un lauto appannaggio sì da consentirgli un’esistenza decorosa. La prima esecuzione non si tenne però a Vienna, ma al Gewandhaus di Lipzia, nel 1811, con Friedrich Schneider al pianoforte. Il Concerto fu quindi eseguito nella capitale asburgica soltanto nel 1812, ad opera del pianista Carl Czerny. Un ultimo dettaglio storico riguarda poi l’appellativo di “Imperatore” attribuito all’opera: a volerlo non fu Beethoven, che peraltro aveva comunicato di accettare per questa composizione la sola definizione di “Grande concerto”. È quindi probabile che l’attribuzione dell’appellativo, rivelatasi peraltro fortunata, sia da ricondurre all’editore.
Il concerto si chiude con la Sinfonia n. 8 in si minore D. 759 “Incompiuta” di Franz Schubert (1797 - 1828). Con l’Ottava sinfonia, ci troviamo di fronte alla più celebre composizione di Schubert. L’opera reca il nome di “Incompiuta”, poiché consta di due soli movimenti anziché dei tradizionali quattro e sul perché di questa scelta dell’autore si è discusso a lungo. Schubert infatti iniziò a comporla il 30 ottobre del 1822, così come testimonia la copia manoscritta della partitura e ne consegnò i due movimenti a Joseph Huttenbrenner, fratello del suo amico Anselm, affinché costui li portasse alla Società Musicale Stiria di Graz, cui il compositore aveva promesso l’opera dopo esserne divenuto socio onorario. Sta di fatto che non solo la Sinfonia non venne mai ultimata da Schubert, ma la partitura rimase a lungo nelle mani dei fratelli Huttenbrenner, sebbene risulta che Anselm ne mostrò una riduzione per pianoforte a quattro mani al direttore d’orchestra Johann Herbeck, cui toccò il compito di eseguirla per la prima volta a Vienna il 17 dicembre del 1865.

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