venerdì 13 aprile 2012

"Al Regio di Torino un Così Fan Tutte non proprio indimenticabile" di Maurizio Dania


"Per cortesia che nessuno si offenda. Tanto sono convinto che a nessuno importi molto di quel che penso e scrivo, tranne per i miei amici che per bontà continuano a leggermi. 25 lettori o poco meno. Posso dire che l'opera è stata salvata dall'orchestra del teatro Regio di Torino anche se chi l'ha diretta, Christopher Franklin, sembrava essere presente alla prova di solfeggio, per essere ammesso a frequentare i corsi dell'Opera di Vienna?
Potrei suggerire alla signora Remigio CHE CANTARE "COME SCOGLIO" AVREBBE NECESSITA' DI UN MAGGIORE NERVOSISMO, DI UNA PIU' BRILLANTE E NEVROTICA ESECUZIONE? Ella si dovrebbe arrabbiare, scandire le parole per esprimere il pensiero e soprattutto non ingolare eccessivamente le note che non escono con la facilità di un tempo?
So che si diverte moltissimo con la Polverelli, anche nella vita privata: ma non hanno più 30 anni. Ora il Mozart eseguito a Torino non è stato mieloso; anzi, ha tratti di modernità ed incontra il gusto di un pubblico freddissimo nel primo atto, ma incline ad apprezzare la regia di Ettore Scola.
Tra l'altro, lo stesso Scola avrebbe dovuto impostare la regia fuori dal Teatro, dove guardie del corpo e carabinieri a cavallo accoglievano due ministri tra cui la signora Fornero, strappandomi amare risate. C'era anche Fassino, più magro del solito. Chissà se tutto quel cinema l'hanno pagato i cittadini, o i ministri stessi, o il Prefetto. E non era neppure la "prima" della stagione (molto più seria la serata con i Vespri Siciliani dei 150 anni del Regno di'Italia).
Signora Fiordiligi, nella sua corretta esecuzione, non c'è stato un momento di grande emozione vocale. "Per pietà ben mio, perdona" è stato cantato con difficoltà. Dov'era l'avvio estatico, del rondò?
Meglio il secondo atto. Per tutti. Ma mi è sembrato un Mozart impersonale, anche se con la sua compagna Polverelli ha cercato di renderlo moderno, vero, interessante. Migliore nel complesso del Così fan tutte che si cantava negli anni '60-'70.
Signora Polverelli, dov'è finito il la bemolle acuto di "Smanie implacabili"? Applausi per la Despina di Barbara Bargnesi. Voce piccolina ma corretta; gusto per la musica che deve cantare: dimostrazione di saper essere simpatica senza strafare.
Ferrando canta. Andrew Kennedy. Era indispensabile un artista straniero? Nisticò e Lepore non sono neppure lontani parenti di altri interpreti del passato recente. Discreti i duetti ed i terzetti. Difficile capire se alcune difficoltà fossero dovute alla dizione, alle voci poco in sintonia, o alla difficoltà di farsi ascoltare. Comunque in futuro eviterei di farli cantare insieme.
Insomma. Così fan tutte fu scritta per voci italiane, la cui individualità emergesse, e le note presentate fossero belle, con accenti ispirati, con la vera gioia di cantare.
Non basta proclamarla. Occorre che giunga al pubblico.
Occorre dire comunque che non ci sono state le famigerate mossette, non vi sono stati sospiretti insopportabili, che la musica è comunque corsa velocemente senza quella fastidiosa abitudine che portava direttori di fama come Davis a rallentare qualsiasi passaggio. (Merito dell'orchestra comunque).
Applausi freddini del pubblico. Un poco migliorati in intensità alla fine. Molto desiderio di andarsene a casa alla fine.
Io sono convinto cher le signore Remigio e Polverelli sanno cantare meglio: la mancanza di freschezza, a mio parere, di soronità, di dolcezza, di nitore, forse sonon stati elementi casuali. Però rimane qualche dubbio. Qualche passaggio dimostrava difficoltà tecniche e fiato corto. Respirazione ai limiti.
Per il tenore Kennedy invece non ci sono giustificazioni. Voce a tratti gradevole, ma quasi stimbrata negli acuti, al limite dell'intonazione corretta, con tutto il rispetto, quasi da dilettante." MAURIZIO DANIA

1 commento:

  1. Ho conosciuto Christopher Franklin dal suo esordio italiano nel 2004 e non ho mai capito quale fosse il suo ruolo su un podio. Persona mite e garbatissima m'è sempre parso però direttore alieno dal contesto operistico, almeno dall'opera italiana, come dal romanticismo ottocentesco europeo.
    Le considerazioni che Maurizio fa sul cast non posso certo confutarle, non avendo ascoltato alcuna recita di questa produzione, ma certo se posso testimoniare del mio amore per la Remigio posso pure dire della mia assoluta mancanza di sorpresa nel poterla non trovare sufficientemente drammatica nell'aria dello scoglio... Laura Polverelli, che è altro amore di lunga durata, la ricordo debuttare il ruolo in quello stesso teatro e con quella stessa regia con grande successo. Oggi, passato qualche anno, avrà pure avuto una serata "storta" ma son sicuro non abbia fatto mancare quella "bella voce" che Maurizio descrive (e concordo)come caratteristica necessaria per Dorabella.
    La regia di Scola ricordo d'averla definita inutile dalle colonne d'un quotidiano nazionale (anzi... di Quotidiano Nazionale, ahahahahaha) "inutile". Fui felice di sapere qualche tempo dopo che Scola decise di non ripetersi in esperienze del genere.

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