sabato 11 agosto 2012

Disco Polo


Strano titolo, non trovate?...il mio è un omaggio ad un filone, noi potremmo dire una corrente musicale, che ha origine nella terra che, per diverse settimane, ha avuto la benevolenza di ospitarmi: la Polonia. E', dunque, un pensiero ad un paese che umilmente rivolgo, servendomi delle misere armi di cui dispongo, nel blog di chi ospiterebbe, di quelle parti, forse solo il grande Chopin. Questo, però, non è il mio officio. Si diceva Disco Polo: ne devo trattare per forza così, a spanne, in quanto non posso parlare, anche per mancanza di informazioni precise, di un artista in particolare- o più- .
Se vogliamo tratteggiarne dei lineamenti, è un insieme di musiche tradizionali e cadenze decisamente "turcheggianti" declinate al ritmo della technodance più esasperata. Sarebbe come "ipervitaminizzare" una vecchietta di quelle parti con un risultato, però, decisamente accattivante.
Mi dicono i miei amici polacchi che molti, lì, quasi si vergognano ad ascoltarla, perché considerata troppo nazional popolare, come avremmo detto noi. Fa troppo "figo" dire in giro di sentire le stars occidentali e, quindi, il Disco Polo si ascolta ( eccome si ascolta!!) in riunioni famigliari, festicciole o, come le chiameremmo noi, sagre di paese ( o di città). Vi sono, però, anche grandi riunioni di massa, molto ben frequentate; i Teledysk ( come chiamano lì i videoclip) rilanciano in continuazione questi motivi immediati.
I testi sono semplici, come c'è da aspettarsi, ma non banalissimi, come invece da noi per analoghe esperienze. Il risultato è gradevolissimo. Il sottoscritto si è, infatti, avvicinato a questo modo di fare musica e lo ha trovato ruspantissimo e davvero molto, molto efficace, in un paese dove, tra bikers inbustati in pelli nere e riunioni dark o punk rock dal gusto decisamente surgelato da pesce di importazione, francamente auspicherei uno sforzo, al contrario, per lanciare questo loro frutto originale, anche se, è ovvio, la lingua, decisamente ostica, costituisce un ostacolo non indifferente.
In chiusura, segnalo il nome di un gruppo che, nel mio ricordo, si staglia sugli altri: i Veegas con Miekki Koc
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