venerdì 30 maggio 2014

Appassionanti "Pagliacci" al Petruzzelli, nell'ultimo spettacolo lirico prima della pausa estiva.


Per la prima volta, quest'anno, ho atteso le ultime due recite per scoprire l'opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, uno dei capolavori assoluti del teatro verista. La sensazione  è stata positiva. Il regista Marco Bellocchio ha ambientato l'opera in un carcere, come dire a posteriori della tragica vicenda, quando la drammatica storia di Canio-Otello è giunta al termine.
Certo, la scelta di Bellocchio non si adegua al libretto. L'opera infatti è ambientata nella realtà a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, dove accadde un uxoricidio efferato, del quale fu testimone proprio il compositore quando il padre era magistrato ed istruì il processo.
Eppure, anche se la coerenza drammaturgic con il libretto latita, l'opera si fa apprezzare per la scelta dei costumi di Daria Calvelli e l'indiscutibile bellezza della scena, fotografata con "Arte Pura" dalle luci cinematografiche di Giovanni Carluccio; piacevolissime, infine, le riprese video "psicoanalitiche"di Tommaso Todisco.

La parte musicale non è da meno: Splendida la direzione di Paolo Carignani, con colori timbrici di grande effetto ed alcune felici scelte agogiche, anche se talora i cantanti paiono un po' abbandonati a se stessi. L'Orchestra del Petruzzelli offre la solita prova maiuscola e brillantissima allo spettacolo. Ed altrettanto, eccellenti sono i cantanti (almeno quelli del primo cast ascoltato) in scena con il Canio stentoreo e squillante di Stuart Neill, voce superba, anche se in difficoltà con la lingua italiana, e la Nedda credibile e appassionata di Maria Katzarava. Esemplare poi il Tonio di Alberto Gazale, baritono di classe cristallina e scenicamente prodigioso nella resa (anche) comica del suo personaggio.
In ogni caso, ben studiati anche i ruoli di contorno, validi e dignitosi con Francesco Marsiglia (Beppe) e Dario Solari (Silvio). Il Coro superbo del Petruzzelli, preparato a puntino da Franco Sebastiani, e quello freschissimo all'"Ottava" dei bambini della brava Emanuela Aymone, hanno poi chiuso il cerchio, con una delle più intriganti prove di quest'anno. Insomma, un'ora e venti minuti di spettacolo puro, godibile e piacevolissimo. Il pubblico (assai numeroso) ha applaudito con entusiasmo e forza contagiosa tutti gli interpreti del cast vocale. Si tratta dell'ultimo allestimento del Petruzzelli, prima della pausa estiva. La stagione riprenderà a metà settembre con l'atteso "Cappello di Paglia di Firenze" di Nino Rota.

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