martedì 10 dicembre 2013

Convincente successo per la PRIMA dei Cameristi *


Ha preso il via nel segno di Mozart (Trio "Kegelstatt" in mi bemolle maggiore K.498), Robert Schumann ("Marchenbilder" per viola e pianoforte op. 113) e Johannes Brahms (Trio in mi bemolle maggiore op. 40) la quindicesima stagione dell'Accademia dei Cameristi. Un tempo lungo, ma importante, visto il livello ormai raggiunto dai musicisti, di volta in volta, impiegati.
Ieri sera, in una Vallisa abbastanza piena, abbiamo ascoltato il violino di Masha Diatchenko, ex enfant prodige russa di origini, ma romana di adozione, la viola di Alfredo Zamarra, uno dei migliori violisti in circolazione, e Francesco Basanisi, pianista solido ed equilibrato.

Serata in crescendo, partita con il bellissimo Trio K.498 mozartiano, fa parte di quelle composizioni dell'ultimo periodo. Di grande interesse il primo movimento, con una melodia che resta fortemente impressa, per delicatezza armonica e sereno lirismo. Il violino della Diatchenko si spiegava con trasporto ed intensità apprezzabili. Nel secondo brano, cambia l'organico, si passa alla viola con l'accompagnamento del pianoforte, con un pezzo tra gli ultimi di Robert Schumann, i  Märchenbilder (potrebbe tradursi in italiano come Quadri fiabeschi,op. 113) sono una composizione per viola e pianoforte, scritta tra il primo ed il quattro marzo 1851, durante il soggiorno del compositore a Dusseldorf, dedicata al violinista e direttore d 'orchestra tedesco Wasieleswsky. La prima esecuzione risale al 12 novembre 1853,  nel corso di una serata musicale organizzata da Clara Wieck, moglie del compositore, presso il locale "Zum goldenen Stern" a Bonn, con Wasielewski alla viola e la stessa Wieck al pianoforte. Bravo Zamarra a rendere il pezzo schumanniano con elevato lirismo, soprattutto nell'ultimo, struggente brano "lento, con espressione malinconica", che fa quasi presagire la fine nella follia del grande compositore tedesco, ottimo l'accompagnamento di Basanisi.
Nella seconda parte, Il Trio di Brahms op. 40, ci lascia nelle atmosfere nordiche e plumbee, e solo nello scherzo, rivela quell'aria zingaresca e ritmicamente coinvolgente. Esemplare la prova del Trio, per appassionato affiatamento e comune, gioioso "sentire". Proprio così va suonata la musica da camera. Applausi scroscianti e un bis.

 * La foto di Giorgio Cavaglieri si riferisce ad un concerto dello scorso anno.

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