mercoledì 18 dicembre 2013

"Lo stato delle cose" : la distribuzione in Puglia


Si è svolto ieri pomeriggio l’incontro pubblico nell’ex Palazzo delle Poste organizzato dal Gruppo pugliese Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) sul tema della distribuzione cinematografica. L’incontro, in collaborazione con il corso di Laurea in Scienze della comunicazione del Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università di Bari, è il secondo di un ciclo (il primo si è tenutosi lo scorso giugno con focus sul comparto dell’esercizio cinematografico).
Ad aprire i lavori, la relazione di Luigi Lonigro, direttore 01 Distribution e vice presidente nazionale dei distributori cinema, che del passaggio obbligato al digitale che investirà la distribuzione e l’esercizio cinematografico in Italia ha tracciato un quadro non allarmante, di cui ha messo in evidenza prospettive e opportunità: “Il 2014 sarà l'anno del digitale, anzi sarà l'anno in cui tutti insieme lavoreremo per sfruttare al meglio le mille opportunità che il digitale offre. L'anno che va a finire invece è stato l'anno della digitalizzazione delle sale cinematografiche, un cambiamento tecnologico epocale paragonabile solo al passaggio dal muto al sonoro”.
A seguire, il regista Maurizio Sciarra, coordinatore nazionale dell’associazione “100 autori”, che ha fatto il punto sulle criticità che comunque stanno caratterizzando questa rivoluzione. “Anche sul piano della sostenibilità - ha ribadito - tale rivoluzione sarebbe dovuta avvenire in poco tempo: “Noi tutti stiamo ancora pensando analogico e questo non va bene. Il piccolo esercente ha bisogno che qualcuno gli dia il film da proiettare e si rivolgerà a colui che ha, o rappresenta. il prodotto di più successo, ma se costui programma venti sale sul territorio allora significa che ha potere decisionale sul pacchetto. Il mercato del cinema italiano non è libero”.
Il critico cinematografico Alfonso Marrese ha illustrato poi la situazione pugliese che vede la digitalizzazione delle sale completa solo al 61,8% (154 su 230 schermi), sottolineando le conseguenze derivanti dalla chiusura di quelle nei piccoli centri con un detrimento non solo nell’offerta, ma anche nei luoghi di aggregazione sociale. Tornando al contesto nazionale ha portato infine l’esempio virtuoso dei francesi che scommettono da sempre sulla cultura; l’IVA su libri e teatro, e da gennaio 2014 per i biglietti del cinema, è ridotta a una percentuale vicina ai generi di prima necessità.
Condividendo le posizioni di Sciarra, Giovanni Costantino, presidente della società Distribuzione Indipendente, ha fatto notare come il mercato sia morto, non esista. E come a fare le spese di un programma di digitalizzazione condotto in maniera selvaggia e affrettata siano stati principalmente gli autori. “I registi meritevoli e di talento preferiscono andare all’estero – ha detto - dove lavorano, sono apprezzati e ‘hanno anche fatto i soldi’. Purtroppo molti di questi film non riescono ad arrivare nemmeno al pubblico. A conclusione del suo intervento l’anteprima del teaser trailer di Spaghetti Story, la nuova commedia di Natale distribuita con tecnologia digitale HD per piccoli e medi schermi a chilometro zero, attraverso internet.
Non concordando con molti degli interventi precedenti, Patrizia Lonigro, responsabile dell’agenzia regionale di distribuzione Class Cinematografica, ha sottolineato la dura realtà in cui occorre scontrarsi, fatta di leggi univoche su un mercato dove il peso maggiore lo gioca l’investimento pubblicitario che orienta comunque i gusti del pubblico. La progressiva sostituzione per gli esercenti, già in atto dal 2010 per il diktat hollywoodiano, della proiezione analogica in favore di quella digitale, rischia di vedere penalizzate, se non definitivamente chiuse il 30 giugno prossimo, in particolare le monosale. L’intervento statale con il credito d’imposta e con un particolare sistema di rimborso (Virtual PrintFee) a carico delle società di distribuzione che ricalca un analogo accordo internazionale operato a favore dei due grandi gruppi di esercizio, come The Space Cinema e Uci, potrebbe infatti rivelarsi insufficiente.
Francesca Rossini, in rappresentanza dell’Agis di Puglia e Basilicata, a sostegno di quanto affermato già da Luigi e Patrizia Lonigro ha dichiarato che la situazione – a suo giudizio – non è catastrofica. “L’innovazione è necessaria e la vera forza non è nel mezzo, ma nelle idee e nei contenuti. La digitalizzazione avrà come primo risultato la multiprogrammazione nelle sale con l’apertura fin dalle prime ore del mattino e la nuova mission di formare e fidelizzare il pubblico”.
Delle 21 sale cinematografiche di qualità del Circuito regionale “D’autore” ha parlato successivamente il direttore artistico Angelo Ceglie: “Sono stati finora 400 gli eventi gratuiti ospitati dal Circuito e 40 i titoli esclusivi, opere in arrivo da festival internazionali o considerate minori che diversamente non avrebbero avuto ulteriori visioni. I titoli sono sempre concordati con gli esercenti che se da un lato hanno quadrato il bilancio grazie al sostegno finanziario derivante dai fondi europei, dall’altro hanno visto crescere un pubblico che ha non soltanto aperto il proprio sguardo, ma si è arricchito, cercando con più frequenza non solo una visione cinematografica, ma l’appagamento di un’esperienza condivisa”.
Carlo Gentile, critico cinematografico del Gruppo Puglia del SNCCI, ha infine sviluppato una lettura trasversale del tema, coniugando in una chiave “glocal” la dimensione regionale, nazionale e soprattutto internazionale del prodotto cinematografico italiano. Sulla base di una nota del presidente dell’Anica di alcuni anni fa, i cui auspici di crescita sono stati disattesi dai ben più modesti numeri attuali, Gentile si è molto soffermato sulla diffusione sui mercati stranieri, in particolare su quelli asiatici, su cui è molto attivo, dei film nostrani. Dunque sul livello di attenzione che questi film, debitamente e adeguatamente esportati ottengono. 
Moderato dal fiduciario del Gruppo Puglia del SNCCI,  Anton Giulio Mancino, il panel di relatori ha concorso a restituire una visione d’insieme del contesto generale e locale della distribuzione cinematografica, tenendo conto necessariamente di posizioni anche contrastanti. Tra punti di vista diversificati, che chiamano in causa le ragioni degli autori e dei distributori, quelle dell’arte e del mercato, del quadro nazionale e di quello regionale, lo scopo dell’incontro è stato raggiunto. Ossia di offrire agli addetti ai lavori, agli studiosi, agli appassionati di cinema uno spazio aperto e franco di incontro e confronto che molto spesso è mancato. Indispensabile a comprendere – come recita il titolo del ciclo: “Lo stato delle cose – Le politiche cinematografiche in tempo di crisi".

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