lunedì 20 maggio 2013

Domenico del Giudice e Gianni Iorio incantano il pubblico della Vallisa con la musica di Astor Piazzolla e Maximo Diego Pujol


La musica di Astor Piazzolla negli ultimi anni ha acquisito una popolarità sempre più crescente e meritata. Lo dimostra il fatto che tutti i concerti dove si eseguono suoi lavori vanno spesso esauriti. Buon ultimo l'affollatissimo concerto di venerdì scorso che ha visto protagonisti due eccellenti artisti del calibro di Domenico Del Giudice (Chitarra) e Gianni Iorio (Bandonenon) per la  stagione di Mirarte: una splendida conferma, se ce ne fosse stato bisogno, dell' ottimo livello raggiunto da questa giovane e vivace associazione culturale.

 Ma chi è stato Astor Piazzolla? Una breve storia della sua intensissima vita è doverosa.
Questo straordinario genio musicale è l'uomo che ha rivoluzionato il tango e che ha dato nuova vita e nobiltà a questo genere di musica. Egli nacque il giorno 11 marzo 1921 a Mar del Plata, in Argentina (non poteva essere altrimenti). Nel 1924 si trasferisce con la sua famiglia a New York per poi tornare nuovamente nel Sud America nel 1936, questa volta a Buenos Aires. Qui, ancora giovanissimo, intraprende la carriera musicale. Riconosciuto da subito come uno straordinario solista di bandonèon (strumento a lamella libera, simile alla fisarmonica, paradossalmente nato in Germania a differenza del luogo comune che lo vuole tipicamente argentino), inizia la sua avventura in un'orchestra che si esibiva nei locali notturni della città, per poi "evolversi" e intraprendere una proficua attività di compositore accademico, temprata dalle lezioni parigine di Nadia Boulanger, generosa mentore di innumerevoli musicisti del Novecento, e da quelle del grande connazionale Alberto Ginastera. Ma la sua vera aspirazione è quella di suonare il tango: è quella la musica che lui sente veramente, tanto che i suoi stessi insegnanti lo spingono in quella direzione. Quando fa dunque ritorno in Argentina, nel 1955, il suo bagaglio è straordinariamente ricco e la sua preparazione di altissimo livello; una preparazione assai rara da trovare nei musicisti di estrazione "popolare". Tutto questo non si può dimenticare quando si ascolta la sua musica. L'amore per l'Europa, la sua aspirazione ad un linguaggio complesso e sofisticato, l'omaggio che il musicista implicitamente desidera attribuire ai maggiori compositori di sempre, da lui profondamente amati, sono elementi imprescindibili del suo far musica. E i risultati lo hanno storicamente premiato di tanto sforzo. Mai si era sentita una musica così commossa, intrisa di malinconia ma anche capace di inaspettata aggressività e vitalità. Insomma, Piazzolla, grazie agli spettacoli realizzati in Argentina cominciò a dar vita, con la formazione dell'Octeto Buenos Aires, a quello che fu definito il "nuovo tango", rivoluzionario nella forma e nei colori rispetto al tradizionale tango argentino. Il linguaggio ritmico, lo spirito fortemente drammatico e passionale, i vividi colori sono gli elementi fondamentali a cui quali Piazzolla si ispira per creare composizioni "quasi" classiche per struttura ed elaborazione, servendosi di tutti gli strumenti espressivi della musica "colta" e del jazz. Naturalmente, questo non mancò di suscitare rimostranze e disapprovazione da parte di alcuni conservatori, senza capire che in realtà l'arte di Piazzolla collocava il Tango definitivamente al di là del tempo e dello spazio, offrendo una dimensione colta e assolutamente nobile a quella tradizione.
Domenico Del Giudice e Gianni Iorio hanno ripercorso l'altra sera con musicalità, complicità, sensibilità e adesione stilistica assai rare al giorno d'oggi, i successi più noti del maestro argentino, completando la serata con la "Suite Buenos Aires" di Maximo Diego Pujo, oltre ai bis di rito. Successo meritato per una serata significativa ed emozionante.

La foto è di Piero Lovero


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