mercoledì 15 gennaio 2014

Caloroso successo dei Cameristi nel concerto monografico dedicato a Schumann


Il concerto monografico dedicato ieri al grande compositore tedesco Robert Schumann con alcune delle sue composizioni (più o meno) note, è stata l'ennesima prova che i concerti dell'Accademia dei Cameristi vanno seguiti tutti, perchè ciascuno porta in sè momenti oggettivi di assoluta magia e di stimolante bellezza.
Quello di ieri in Vallisa, per esempio, oltre al programma, godeva della presenza di tre eccellenti artisti, come il violinista Giulio Rovighi, il giovane violoncellista Amedeo Cicchese e la nostra Elisabetta Mangiullo (nella foto) al pianoforte.

Si partiva con il Trio op. 80, che si apre su un primo movimento abbastanza ovvio e che non aggiunge molto a quanto Schumann ha composto altrove; decisione nel primo tema, dolci oscillazioni nel secondo,. affascinante ed incantevole è invece l'intenso dialogo a due che attraversa la parte centrale e che ripropone le "conversazioni" musicali e le subitanee apparizioni di enigmatiche voci lontane, che avevamo incontrato nelle opere pianistiche ed ora ritroviamo ancor più evidenziate dalle differenze timbriche dei tre strumenti. Esecuzione da manuale con Giulio Rovighi e Amedeo Cicchese capaci di regalare emozioni di qualità, soprattutto nell'adagio, segnato da una lieve malinconia. Ottima anche la presenza di Elisabetta Mangiullo, che non fa mai mancare il suo tocco lunare e appassionato.
A seguire immediatamente, l'Adagio ed Allegro  in la bemolle op. 70 che si può liberamente suonare con violino o violoncello o clarinetto, insieme al pianoforte. Questa volta, l'esecuzione era con lo splendido violoncello (un Gaetano Vinaccia del 1886) di Cicchese, suono di grande velluto e fraseggi di rara bellezza e lirismo.
Infine, a completare la serata, nella seconda parte abbiamo assistito alla seconda grande sonata per violino e pianoforte op. 121: si tratta dell'ultimo periodo di vita di Schumann, in cui la struttura formale è assai complessa; la sonata prende il via con un agitato Allegro, a dire il vero non particolarmente originale. Seguono due momenti, quelli centrali, di notevole impatto espressivo, lo scherzo e i due minuetti, ed un sublime Adagio dove si ode il celebre corale bachiano "Gelobet seist du, Jesu Christi"; in tale movimento lento il sereno tema è posto al centro di una serie di variazioni eloquenti e distese, che ne amplificano l'indubbia bellezza. Qui davvero eccezionali Rovighi e la Mangiullo, con un ottimo affiatamento, hanno regalato momenti magici ed emozioni al pubblico presente (non troppo numeroso, a dire il vero). Bis concesso con generosità, dopo varie uscite, con il bellissimo, ma misconosciuto adagio dal Trio op. 17 di Clara Wieck. Prossimo appuntamento da non perdere il 3 febbraio con un altro concerto monografico, questa volta si tratterà di Johannes Brahms con i suoi due stupendi  Quintetti.

Nessun commento:

Posta un commento