venerdì 31 gennaio 2014

Grigorij Sokolov, un grande Maestro a Bari per un successo travolgente


Non saremo mai abbastanza grati alla Camerata Musicale Barese per aver organizzato questo splendido concerto, nella più bella stagione, la Settantesima, quella del ritorno definitivo al Teatro Petruzzelli.
Grigorij Sokolov (nella foto) è un nome straordinario quasi leggendario, tra i pianisti di tutto il mondo. A 12 anni stupì per una sua magistrale esecuzione del Concerto n. 1 op.15 di Beethoven, ed a 16 vinse inaspettatamente il "Ciaikovskij" di Mosca. Da allora ha suonato nelle platee più prestigiose. Ventiquattro anni fa è stato a Bari l'ultima volta, dopodichè per ascoltarlo bisognava andare a Fasano, dove ha suonato per ben quattro volte, dalla battagliera e brillantissima Mariolina Castellaneta, che dal nulla ha tirato fuori una mirabile manifestazione, Fasanomusica con tantissimi abbonati.

Ma torniamo al concerto di ieri sera: pubblico molto numeroso, soprattutto in platea, dove non c'era il minimo vuoto. Cosa rara, per un recital pianistico. Il programma, a dire il vero, non era di quelli che esaltano il virtuosismo; era, in effetti, un po' monocorde, considerato che era dedicato interamente a Frederik Chopin con la Sonata n. 3 in si minore op. 58 e ben dieci mazurche, scelte tra le meno note del celebre compositore polacco.
Ciò che però colpisce di Sokolov, nonostante un programma abbastanza scontato, è la sua stupefacente concentrazione, la capacità cioè di calibrare dinamiche preziose con una rara, rarissima qualità di tocco. La splendida pulizia e naturalezza dei primi tre movimenti della notoria sonata in si minore, da questo punto di vista è stata esemplare. Nell'ultimo movimento, nonostante la nomea di pianista tecnicamente infallibile, è accaduto che sporcasse qualche nota. Non è grave. Ricordando il pianismo assai affine di Sviatoslav Richter, ricorderemo come negli ultimi anni il grande pianista russo, sbagliasse spesso e volentieri in concerti "live" , ma questo fatto non ne ha minato la leggenda, anzi l'ha reso più umano e simpatico.
Di simpatia con Sokolov, nemmeno a parlarne: il suo volto è di pietra, mai un sorriso nemmeno a pagarlo, regala ben poca simpatia al pubblico. Lui si alza, con un buon portamento, va fuori palcoscenico torna e dopo un breve inchino suona.
Le dieci mazurche, così nostalgiche e naif, sono state quanto di più raffinato ed elegante mi sia capitato di ascoltare. Il suo Chopin non si avvicina certo, a quello razionalistico e lucidissimo di Pollini o Zimerman, ma scava sotto la superficie, ruba e rallenta ben volentieri, dilatando le emozioni, un po' come facevano Cortot e Michelangeli ai loro tempi rispettivi.
Ovazioni interminabili e bis a gogo (Schubert e ancora Chopin), alla fine di un concerto davvero memorabile.  Il concerto è stato dedicato, come tutti quelli di questo periodo, alla scomparsa di Claudio Abbado, che purtroppo non c'è l'ha fatta a venire a dirigere per la prima volta in Puglia. Un vero peccato. Ce ne saremmo dovuti ricordare un po' di tempo fa.

1 commento:

  1. Si, Sokolov è uno degli ultimi Pianisti veramente Grandi (...aggettivo di cui si abusa sempre più spesso, e con troppa superficialità ed ignoranza).
    Un Musicista che, grazie alla sua spiccata personalità e ad una lucida e profonda "razionalità" (il sentimento in Arte è sempre frutto di una "intelligenza" e "razionalità") da vita ad Esecuzioni di livello assoluto.

    Lo aspetto con ansia a Roma :-)

    PB

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