martedì 11 giugno 2013

Appello dell'Agis Puglia sul patto di stabilità: Le imprese di spettacolo sono al collasso


Ospitiamo, come Orecchio di Dioniso, concordi e solidali con lo spirito dell'iniziativa, l'appello dell'AGIS PUGLIA al Governo Nazionale:

"Cinquemila famiglie, tredicimilacinquecento persone, questo il numero, senza considerare l’indotto
che ne conta almeno altrettante, di coloro la cui speranza di vita, letteralmente, è legata, in Puglia,
alla necessità di una decisione che è ormai indifferibile quanto priva di alternativa: sforare il Patto
di Stabilità.
Un ulteriore ritardo significherebbe, ci si passi la similitudine, dare ossigeno a chi ha già
esalato l’ultimo respiro. Le imprese dello spettacolo sono allo stremo, molte di esse indebitate ed
esposte economicamente, anche con garanzie personali prestate, quando accettate, al fine di ottenere
le anticipazioni necessarie a proseguire nella propria attività.
Ma non vogliamo parlare soltanto degli aspetti legati alla sopravvivenza e alla dignità dei lavoratori
dello spettacolo, che già di per sé rappresenterebbero motivo di accoglimento di questo appello.
Ci interessa qui sottolineare l’importanza della Cultura e del suo sviluppo nella comunità, la nostra
come tutte le altre. Senza Cultura non può esservi crescita, neppure economica, poiché anche questa
passa attraverso il riconoscimento della centralità della persona e dei suoi diritti fondamentali. 
Del resto, non è forse in questa direzione che si è mossa la politica della Regione Puglia in questi ultimi
anni? Con una virata di centottanta gradi rispetto alle precedenti gestioni, la Giunta Vendola è
riuscita a rappresentare la propria unicità e specificità, divenendo modello di nuove politiche
culturali e partecipando in prima linea al processo di rinnovamento del nostro Paese. Il “modello
Puglia” è divenuto, negli anni, punto di riferimento per le altre regioni, anche le più ricche, e motivo
d’orgoglio per noi che abbiamo avuto la fortuna di sperimentarlo.
Oggi, a causa di un’economia asfittica, le cui ragioni rischiano di soffocare irrimediabilmente la
“politica dal respiro lungo” del Governatore Vendola, tutto questo rischia di finire, anzi sta già
finendo. Le imprese dello spettacolo non riescono più a rimediare al ritardo pluriennale nel saldo
dei contributi erogati, né il ricorso alle risorse comunitarie (anche qui la Puglia ha mostrato la sua
virtuosità) è riuscito a compensare pienamente la progressiva riduzione subita dal FURS in questi
anni. Anni in cui, lo diciamo ormai con una sorta di disperata nostalgia, è stata comunque assicurata
continuità alle tante manifestazioni e programmazioni regionali di teatro, musica e danza, e,
soprattutto, si è dato vita a progetti innovativi di rilevo nazionale ed internazionale.
Questo paradosso, questo “ossimoro affettivo”, per cui continuiamo a credere e a sperare in una
Regione Puglia, anche quando - suo malgrado - ci penalizza con il ritardo nei pagamenti di quanto
necessario per continuare a vivere (ormai a sopravvivere), deve e può risolversi. E l’unico modo è
costituito dallo sblocco, se necessario attraverso lo sforamento del Patto di Stabilità, del denaro che
pure la Regione Puglia ha in cassa: inutile valore nominale lì dove si trova, vita per gli imprenditori
della Cultura che da anni, ormai, lo aspettano.

Per tutti questi motivi,                  
                                                          
                                                            CHIEDIAMO

che il Governo Nazionale e tutte le istanze ed istituzioni utili, in primis la Conferenza Stato Regioni,
attivino nell’immediato le procedure di revisione dei parametri al cui rispetto sono tenute le
Amministrazioni regionali in osservanza del Patto di Stabilità, soprattutto relativamente alle
Regioni che più di altre sono in sofferenza, non riuscendo più ad assicurare ai propri cittadini
quelle condizioni di uguaglianza e di pari opportunità garantite ai cittadini italiani dal Patto
Costituzionale."

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