venerdì 15 marzo 2013

Il Don Checco di Nicola De Giosa: un capolavoro dimenticato ripreso e revisionato dal maestro Lorenzo Fico


Prosegue nella programmazione dell’Orchestra sinfonica della Provincia di Bari, l’omaggio ai grandi operisti pugliesi del passato. Dopo Doña Flor di Van Westerhout dello scorso anno, è la volta del Don Checco di Nicola De Giosa (in una immagine dell'epoca). Un doveroso omaggio al più importante compositore barese dell’Ottocento con quello che è unanimemente considerato il suo capolavoro. Eseguita per la prima volta al Teatro Nuovo di Napoli nel 1850, l’opera ebbe un tale clamoroso successo da andare in scena per ben 96 sere di seguito. Innumerevoli, poi, in Italia e all’estero, le riprese tanto da essere, nei 25 anni successivi, il titolo operistico più rappresentato insieme alla Traviata di G. Verdi.

Allievo preferito di Donizetti, De Giosa si inserisce in quella schiera di compositori napoletani che per tutto l’Ottocento tentarono di mantenere in vita la tradizione dell’opera buffa, rifacendosi, fino alla fine del secolo, a moduli rossiniani e donizettiani.
Basata sull’attualissimo tema delle troppe tasse, la storia narra di Don Checco, uno spiantato che tenta di sfuggire al suo esattore. Nel più classico stile della commedia degli equivoci, la vicenda si snoda tra mille situazioni esilaranti con una comicità efficace e briosa. La scrittura musicale è fluida e gradevole, ed accompagna con grande leggerezza le vicende dei vari protagonisti.
Completamente dimenticato nel secolo scorso, il Don Checco torna oggi alla luce grazie al puntiglioso lavoro musicologico del M° Lorenzo Fico, non nuovo a preziose operazioni del genere, che ne ha recuperato la partitura autografa nella Biblioteca di San Pietro a Majella a Napoli e ne ha curato la revisione. L’esecuzione, in forma di concerto, è prevista per i prossimi 15 (Teatro Showille, Bari) e 16 marzo (Teatro Comunale di Corato). Speriamo che non si fermi a queste due date e che anche il Teatro Petruzzelli possa ospitarne, magari in forma scenica, un allestimento molto presto.

Nicola De Giosa


DON CHECCO


 

Opera buffa su poesia di Almerindo Spadetta

 
Prima rappresentazione

Napoli, Teatro Nuovo – 11 Luglio 1850


 
Preludio

1 a. Coro d’introduzione (Ehi, Carletto, vino, vino…)

1 b. Canzone di Fiorina (E’ vano il credere)

1 c. Cavatina di Bartolaccio (Qui ti ho colta finalmente)

1 d. Stretta dell’introduzione (Ah! Mi vengono le lagrime)

2. Scena e duetto (Leggo impresso nel tuo volto)

3. Cavatina buffa (Ah! Ca li diente abballano…)

4. Finale I (Terzetto) (Eccellenza… Mia patrona…)

5. Duetto buffo (Non ti muovere impostore)

6. Coro (Signor Conte benvenuto)

7 a. Quintetto (Parte I) (Cessate di far strepito)

7 b. Quintetto (Parte II) (Che si fa?)

8. Aria finale (Donca amice, argomentate)

  
Interpreti:
 

Don Checco: Carmine Monaco (Basso Buffo)

Bartolaccio: Leonardo Galeazzi (Baritono)

Fiorina: Roberta Canzian (Soprano)

Carletto: Nicola Sette (Tenore)

Roberto e Succhiello: Gianluca Borreggine (Baritono)

 

Coro: Florilegium vocis

Direttore del Coro: Sabino Manzo

 

Direttore: Lorenzo Fico


 

 

 

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