giovedì 21 marzo 2013

L'occhio del ciclone-In the electric mist-: una occasione perduta


La prova americana di Bertrand Tavernier, quello de "La morte in diretta" e di " Round Midnight", coprodotta da TF1 e da una altra cordata minore di producers franco-americani, diciamolo subito, non mi è piaciuta:la storia, tratta da un libro di Burke, ultimo autore di pamphlet della classica tradizione del vecchio sud, quello paludoso ed umido, quello dei grandi corsi d'acqua e delle epopee dal sapore di Twain, quello dei grandi-e grandissimi-autori americani, quali Faulkner, cantori di grandi storie e come Caldwell, dai brevi, quasi giornalistici affreschi-cronaca di umanità derelitta ed esclusa, quasi mai nera di pelle, è una storia priva di pathos, resa piatta da una forma di noir anonima e mai avvincente.

La ricerca del solito assassino seriale, da parte del solito detective, un Tommy Lee Jones molto valido con la sua maschera inespressiva da border line tra l'implacabile giustiziere, l' angelo custode e l'insopportabile e pessimo essere straccio di sé-egli è un alcoolista cronico ed inguaribile frustrato-si svolge tra un sonnolento commento fuori campo alla Marlowe de' noantri ed una gragnuola di cazzottoni-metodo sempre efficace per condurre indagini-dove stende di tutto: da nani improbabili a colossi a quaranta ante.
Accanto a lui, nella parte più facile di qualsiasi film, di conseguenza meriterebbe un S.V. calcistico, ossia in quella del pessimo e crudelissimo bastardo, troviamo un John Goodman onesto, molto americano e molto menefreghista.
Tenera è sempre la figura-esile l'interpretazione-di Mary Steenburgen, la famosissima sposa del Dr. Emmett Brown di Ritorno al Futuro, che sembra eternamente racchiusa in quel clichè là, ma che, tuttavia, risulta essere aggraziata come sempre.
A rifulgere è la bambina, la figlia adottiva di Tommy, la unica sinceramente convinta di quello che fa, cioè la bambina.
Tra scazzottate alla Dick Fulmine-ogni suo stock secco fa cadere una "sequoia" alla volta-e close up in cui si staglia la sua facciona da estenuato chief indiano-ogni ruga è un pensiero e  carica il volto di pietra di una inusitata espressività- la indagine prosegue confusa con un inserimento di un elemento imponderabile, una specie di suo consulente permanente cui ricorre nei momenti di impasse, ossia un vecchio colonnello confederato che, apparendogli, di tanto in tanto, durante il suo infinito dormiveglia, gli offre elementi per la soluzione del caso....
Lo spettatore rimane, così, basito e si vede scorrere, all' improvviso, lungo la sua faccia, più attonita che quella di Lee Jones, i titoli di coda....ma perché?.....io lo dovevo vedere per officio, vi prego, non fatelo voi per piacere, in tutti i sensi.

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