lunedì 7 novembre 2016

L'attore Paolo Panaro si dedica nella serata del 9 novembre Jorge Luis Borges.


Le direzioni del racconto», la rassegna organizzata dalla Compagnia Diaghilev in collaborazione con l’Assessorato alle Culture del Comune di Bari e il sostegno della Regione Puglia, incrocia in Vallisa le vie delle musiche possibili del festival «Time Zones» in un doppio dialogo immaginario con due giganti della letteratura.
A Italo Calvino è dedicata la prima delle due letture concerto, in programma martedì 8 novembre con gli attori Paolo Panaro e Vito Lopriore e il pianista jazz Rosario De Gaetano, da poco ritornato alla composizione contemporanea, mentre a Jorge Luis Borges è riservata la serata di mercoledì 9 novembre, sempre con la coppia Panaro-Lopriore, stavolta accompagnata dagli interventi sonori e visivi di Pit Campanella,  giovane producer e manipolatore di suoni ed immagini (ore 21, biglietti 10 euro, info e prenotazioni 3331260425). 
.I «Dialoghi con Calvino» sono un collage di parole e pensieri, un percorso per conoscere l’uomo e lo scrittore, il romanziere italiano che, insieme con Leonardo Sciascia, racconta e sintetizza l’Italia della seconda metà del Novecento. Il risultato è un cantiere autobiografico, un’autopresentazione che prende forma sotto gli occhi di chi ascolta senza mai assumere una forma completa, chiusa e cristallizzata. Eppure, queste parole offrono un panorama straordinariamente ricco e affascinante che spazia dalle riflessione sull’origine del romanzo, sui vizi della letteratura italiana e sul complicato rapporto fra fantasia e realtà, fra scrittura e analisi del mondo. Naturalmente, molte sono le considerazioni che Calvino, attraverso quest’immaginario dialogo tra Panaro e Lopriore, fa sul proprio orientamento intellettuale, il proprio stile e il suo essere scrittore engagé. Ne vien fuori un inaspettato, sorprendente e appassionato ritratto di una nazione e di un modo di fare cultura che, forse, non esistono più.
Nei «Dialoghi con Jorge Luis Borges» viene, invece, fuori l’immagine dello scrittore che si annulla totalmente nella sua opera, come lo stesso letterato argentino diceva di Shakespeare. Questi straordinari frammenti di conversazione, fatti di parole costantemente precise, razionali e fantastiche, sono la testimonianza più vera degli sconfinati interessi culturali e filosofici di Borges, di una mente che con agilità spazia dalla Vecchia Europa al Nuovo Mondo, passando per un Oriente esotico e seducente. È il pensiero di un grande filosofo che si esprime attraverso i labirintici e poetici pensieri di un universo fatto di memorie e archetipi. Pertanto, il profilo umano, artistico e intellettuale di Borges, viene indagato attraverso lo straordinario strumento dell’intervista, della conversazione dotta, che - come egli stesso ebbe a dichiarare più volte - rappresenta un vero e proprio genere letterario. Così, Borges, con uno spirito paradossale e anticonformista, parla con inesauribile curiosità di Dante e del Bardo, riflette su Cervantes e sul pensiero di Platone, conduce lo spettatore aldilà degli specchi, accompagna la platea fra gli scaffali di una biblioteca infinita. Per affermare che, «senza saperlo, noi tutti siamo governati dalla mistica e dalla poesia».

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