mercoledì 3 luglio 2013

Massimo Quarta dirige l'Orchestra "Tito Schipa" il 5 e il 6 luglio per la stagione estiva



Entra nel vivo la Stagione Sinfonica Estiva dell’Orchestra Tito Schipa di Lecce, che si appresta, nelle prossime settimane, ad omaggiare Gesualdo da Venosa a quattrocento anni dalla morte e, poi, il genio senza tempo di Ludwig Van Beethoven con l’integrale delle sue nove celeberrime Sinfonie. È questo il cuore del programma dei concerti – da qui in avanti tutti diretti dal salentino Massimo Quarta (nella foto) – voluto dal direttore artistico Ivan Fedele, che ha chiesto a dieci giovani compositori di trascrivere per orchestra altrettanti madrigali e pezzi sacri di Gesualdo.
Venerdì 5 luglio, quindi, il primo di questi cinque appuntamenti si terrà al Cortile dei Celestini di Lecce, con inizio alle ore 21.30 e sarà replicato sabato 6, stessa ora, alla Lega Navale di Casalabate (in collaborazione con il Comune di Squinzano). La bacchetta di Quarta guiderà l’orchestra nell’esecuzione di Moro, lasso tratto dal Sesto Libro dei Madrigali di Gesualdo, trascritto da Giovanni Albini, e Illumina nos – trascritto da Umberto Pedraglio – tratto da “Tres Sacrae cantiones”, completate delle parti mancanti da Igor Stravinskij, nel secolo scorso.
Nella seconda parte della serata, invece, l’orchestra sarà impegnata nella Sinfonia n. 1 in do magg. Op. 21 e nella Sinfonia n. 5 in do min. Op. 67 di Beethoven.  La Prima fu rappresentata per la prima volta il 2 aprile 1800 a Vienna. Al contrario di tutte le altre “prime” di un genere nel quale Beethoven raggiunse l’eccellenza, è l’unica alla quale il riconoscimento di quell’impronta di genialità è stato accordato con riluttanza. E’ stato detto, infatti, che questo lavoro manca proprio del carattere “beethoveniano” a causa delle influenze di Mozart ed Haydn. C’è tuttavia almeno un elemento per cui il compositore si distingue dai due padri del sinfonismo: è l’“éclat” timbrico di trombe e timpani che ha ben poco di settecentesco. Nella Quinta, invece, otto semplici note sono diventate l’incipit più famoso di tutta la storia della musica, sintetiche, esatte ed esauriente a rendere l’idea del “Destino che bussa alla porta”, come spiegò lo stesso compositore. Un’epigrafe, un titolo a caratteri cubitali, come soleva dire il grande direttore Wilhelm Furtwängler, che divenne anche il motto d’avvio che, nell’ultima guerra, allertava il mondo libero dai microfoni di Radio Londra.

I biglietti del concerto di Lecce saranno venduti a 10 euro (ridotto 8 euro) in prevendita al Castello Carlo V e la sera dei concerti alla biglietteria sul posto dalle ore 20. Info: 0832.246517.   

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