lunedì 15 luglio 2013

Uno strepitoso concerto per Rustioni e l'Orchestra del Petruzzelli a chiudere in bellezza al Castello


Un sold out annunciato quello di ieri nella cornice unica del Castello Svevo a Bari. Il concerto di Daniele Rustioni, affiancato dalla bella violinista (oltre che dolce metà del Maestro) Francesca Dego era di quelli proprio da non perdere. Il programma splendido, interpreti strepitosi, esito praticamente scontato.

Si partiva con l'ouverture della "Forza del destino" di Verdi, impetuosa e vibrante come non mai: archi e fiati attenti e concentrati, oltre che bramosi di mettersi in bella evidenza di fronte al gesto chiaro e autorevole di Daniele. L'acustica buona, morbida negli archi e giustamente squillante nei tromboni e nei corni.
Si temeva nell'atteso concerto ciaikovskiano che il Ruggeri della Dego facesse le bizze, per via dell'outdoor e di pericolosi fuochi d'artificio, ed invece si è comportato da par suo: ottime le sue virtuosità, con crome agili e tosate al momento giusto. Bravissimo Rustioni nell'accompagnamento del concerto; mai una spanna sopra la Dego, ma la accompagnava per mano con candida tenerezza verso il risultato eccellente, come solo i grandi maestri sanno fare. Due pirotecnici capricci di Paganini come bis tanto per ricordare, che c'è un bel disco ancora incelofanato da acquistare all'uscita.


Se non eravamo convinti al 100% della scelta di Rustioni quale direttore musicale della Fondazione Petruzzelli, oggi, va detto, ne riconosciamo perfettamente il valore e l'impegno. Ieri il concerto è stato esemplarmente pulito e convincente, oltre che ottimamente diretto. Per non parlare della tensione drammaturgica della Nona di Dvorak, quella "Dal Nuovo Mondo", pezzo che noi colleghiamo direttamente ai nostri anni infantili,  quando ascoltammo tale capolavoro (di beethoveniana forza), diretto in modo insuperabile da ArturoToscanini.
Ecco, se possibile, l'Orchestra del Petruzzelli ieri ha fatto anche meglio dell'Nbc Symphony, se non altro perchè all'aperto non si scherza e lei, per l'appunto, non ha scherzato su nulla.
Ottoni, legni, fiati e archi, tutti in grandissima forma. Di riferimento soprattutto il secondo e il terzo movimento, nei quali Rustioni ha raggiunto una compattezza ed una coesione sonora davvero formidabili, dal lirismo nostalgico alla forza eroica con una invidiabile coerenza di fondo. Finale con applausi convincenti e numerose uscite per i ringraziamenti.

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