giovedì 6 ottobre 2016

Paolo Isotta parla al Giovanni Paisiello Festival di Taranto il prossimo 7 ottobre.


Paolo Isotta (nella foto) parla di Giovanni Paisiello al festival che celebra il grande compositore tarantino nel bicentenario della scomparsa. L’appuntamento del Giovanni Paisiello Festival con l’autorevole storico e critico musicale è in programma a Taranto, venerdì 7 ottobre, alle ore 18.30, ad Arco Paisiello, nella città vecchia, dove Isotta traccerà un profilo artistico e umano del «genius loci», al quale ha dedicato alcuni passi del suo ultimo fortunato libro, «Altri canti di Marte» (edizione Marsilio).
Sarà una straordinaria occasione per farsi affascinare dal racconto del critico più temuto d’Italia, ironico, erudito e polemico, pronto a mettere a fuoco, in quest’atteso incontro, virtù e debolezze di Paisiello, «un caso - dice Isotta - nel quale grandezza artistica e umana non coincidono». In «Altri canti di Marte» l’autore ricorda, tra l’altro, l’esecuzione al Festspielhaus di Salisburgo, con la direzione di Riccardo Muti, della «Missa defunctorum» di Paisiello, pagina proposta nei giorni scorsi nel Duomo di San Cataldo di Taranto nella versione integrale.
Tuttavia, l’incontro ad Arco Paisiello sarà un volo ad alta quota non solo sul mondo delle note, ma sull’arte e la Bellezza in generale. Il libro, un canto d’amore per la musica e per la vita, nasce, infatti come continuazione de «La virtù dell’elefante», lavoro che aveva rivelato Isotta protagonista della letteratura italiana. Lui avrebbe dovuto fare qualche correzione, parlare di qualche amico vecchio e nuovo, di qualche altro libro letto, di qualche film visto, di musica ascoltata. Così dalla serie di aggiunte e correzioni è nato «Altri canti di Marte», che contiene, naturalmente, le più profonde riflessioni dell’autore sulla sua grande passione.
Vi sono le pagine sui prediletti Alessandro Scarlatti, Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Ciaikovskij, Verdi e Paisiello, appunto; oltre a una “lettura” del Parsifal di Wagner che apporta nuova luce sul capolavoro. Anche se l’indagine di Isotta si è rivolta particolarmente al Novecento musicale: i capitoli più densi sono quelli su George Enescu, Karol Szymanowski, Franco Alfano, Ottorino Respighi e Gino Marinuzzi, che fin qui nessuno aveva considerato addirittura come fra i sommi compositori del Novecento. Per cui, dopo questo libro, la storia musicale del Ventesimo secolo probabilmente dovrà essere riscritta.

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