giovedì 6 settembre 2012

Il "Giovanni Paisiello Festival" inaugura sabato. Nei giorni dell’Ilva e della crisi a Taranto si racconta un'altra storia

Taranto celebra il suo «genius loci» con il Giovanni Paisiello Festival, in programma in vari luoghi della città vecchia dall’8 al 19 settembre, per iniziativa degli Amici della Musica «Arcangelo Speranza» e del loro presidente Paolo Ruta. Inserita per il secondo anno consecutivo nell’ambito della Rete dei Festival di Musica Antica in Puglia sostenuta da Puglia Sounds, la manifestazione si appresta ad azionare i motori della decima edizione e ad accendere i riflettori su un musicista ai suoi tempi stimato da Mozart e oggi tenuto in grande considerazione da Riccardo Muti. Il direttore artistico Lorenzo Mattei, esperto musicologo che su Paisiello ha appena terminato di scrivere una «voce» per la Treccani, parla di «traguardo importante, considerata la progressiva contrazione dei finanziamenti pubblici e privati che negli ultimi anni ha rischiato di determinare la fine del festival». E aggiunge che «di fronte alla crisi nazionale e alla drammatica situazione locale legata alle sorti dell’Ilva, l’augurio è quello di salvaguardare la sopravvivenza di un festival che, gettando un ponte verso un passato illustre e misconosciuto, vuole stimolare una riflessione critica sul presente per godere al tempo stesso la bellezza di musiche in un momento storico in cui la complicità fra pubblico e artista era profonda». Proprio la mancanza di risorse adeguate ha impedito, quest’anno, la messa in scena dell’opera «La Semiramide in villa» con la parte musicale affidata all’ensemble Stile Galante, formazione di punta della scena europea che incide per l’etichetta discografica svizzera Pan Classic. Ma il progetto è soltanto rinviato al prossimo anno. Al tempo stesso Mattei e Ruta sono riusciti a garantire per quest’anno una programmazione di qualità a partire dall’inaugurazione dell’8 settembre nel Museo Diocesano Mudi, dove verrà proposto uno spettacolo sperimentale di danza intitolato «Corporalità» nel quale Yvonne Pouget e David Russo raccontano, mescolando sulle musiche di Paisiello cultura giapponese e tradizione salentina, la gestualità nell’arte del compositore tarantino, che ben prima di Rossini ebbe successo con un celebre «Barbiere di Siviglia». L’11 settembre ci saranno la presentazione del libro «Gli intrighi di Violante» di Gianluca Latorre, nella sala di Arco Paisiello (ore 18), e, nel Cappellone di San Cataldo (ore 21), un concerto per organo di Grazia Salvatori sulla scuola napoletana, per l’occasione rappresentata, oltre che da Paisiello, anche da Nicola Fago, Domenico Scarlatti, Leonardo Leo, Domenico Cimarosa e Niccolò Piccinni. Il 17 settembre verrà reso omaggio alla produzione sacra di Paisiello nel bicentenario della morte di Sant’Egidio Maria, che pare fosse amico del compositore, con l’esecuzione nel Mudi del «Magnificat» e del «Te Deum» in una riduzione per coro e organo sotto la direzione di Pierluigi Lippolis. Contestualmente verrà assegnato il premio Giovanni Paisiello Festival ad Alessandro Lattanzi, tra i massimi esperti del maestro tarantino. Il festival si chiuderà il 19 settembre, nel Mudi, con un recital del mezzosoprano Marianna Pizzolato (nella foto), una delle voci più autorevoli nella riscoperta del repertorio settecentesco, e non solo. In un excursus tra Paisiello e Rossini l’accompagnerà Stefano Montanari nell’inedita veste di specialista di fortepiano, lui che è uno dei massimi virtuosi del violino barocco su scala internazionale.

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