venerdì 7 febbraio 2014

Daniele Rustioni dirige i Russi al Petruzzelli ed è un grande successo!


Dopo la "prima" con la fulminante Elektra straussiana, l'Orchestra del Petruzzelli (ancora una volta arricchita da una ventina di elementi dell'ICO "Tito Schipa" di Lecce) ha avviato la nuova stagione sinfonica con un bellissimo concerto diretto da Daniele Rustioni. C'è finalmente la camera acustica. E si sente per bene anche in platea. Siamo grati agli organizzatori di averci, per una volta, ascoltato.

Il programma, oltretutto, è di straordinaria bellezza ed è tutto dedicato ai Russi: Sheherazade, la suite sinfonica di Nicolaj Rimski-Korsakov e la Cantata "Alexander Nevskij" di Sergej Prokof'ev. Composizioni di largo respiro e di trascinante bellezza. La lettura del giovane e sempre più emergente, a livello internazionale, maestro Daniele Rustioni (ancora un anno di contratto per lui al Petruzzelli di Bari) ha confermato le sue notevoli qualità di concertatore e sensibilissimo interprete.
Si sa, Sheherazade è pagina tra le più ricche e suggestive del repertorio sinfonico di tutti i tempi; Rimski mette in evidenza in questo suo capolavoro tutta le sue qualità di finissimo orchestratore, curando una tavolozza sonora sempre sgargiante e luminosa. Buona la prova della spalla albanese Paçalin Zef Pavaci, nei momenti di una certa difficoltà a lui riservati. La giovane Orchestra del Petruzzelli è protagonista, dopo la strepitosa "Prima" dell' Elektra, di un'altra serata da ricordare. Rustioni non esagera con i tempi (talora un po' rallentati), ma tiene in viva considerazione le dinamiche e le agogiche del pezzo, sprintando nel finale come un velocista sui 100 metri. Fantastico.
Stessa cosa nel maestoso Alexander Nevskij, autentico "piatto forte" della serata, in cui all'Orchestra si aggiunge il Coro del teatro, perfettamente preparato dalla esperta mano di Franco Sebastiani, che pur esiguo nel numero (pagine come questa richiederebbero almeno 80 elementi!), si è comportato egregiamente in questa splendida pagina virtuosistica di Prokof'ev, tratta dalla colonna sonora per l'omonimo film (1938) di Sergej Eisenstein. Ottima davvero, la prova del mezzosoprano russo Nadya Serdyuk, voce calda e corposa di raro impatto espressivo. L'interpretazione di Rustioni è stata qui vivida e tagliente come non mai. Ritmo percussivo, densità armonica e teatralità straordinaria. Applausi scroscianti e meritati alla fine.

La foto è di Carlo Cofano

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