venerdì 21 febbraio 2014

Un successo caloroso per il giovane maestro Daniel Cohen e l'Orchestra del Petruzzelli


Il programma è ben più complesso del concerto inaugurale: "Preludio e Morte di Isotta" di Richard Wagner, Kamakala di Giacinto Scelsi, la Première Rhapsodie di Claude Debussy,ed infine il celebre Quadri di un'esposizione di Modest Musorgskij, nell'orchestrazione altrettanto celebre di Maurice Ravel.

Quello che colpisce in Cohen, protagonista del concerto di ieri al Petruzzelli, è l'autorevole sicurezza con cui dirige ogni brano. Il gesto è pulito, chiaro, trasparente. Lo ascoltammo lo scorso anno in un bel concerto beethoeveniano. Nel suo palmarès molti debutti significativi in questi anni (tra cui quello a Lucerna), ma è soprattutto primo assistente di Daniel Barenboim alla West-Eastern Divan Orchestra, con cui ha realizzato l'integrale delle sinfonie di Beethoven ed importanti opere di Schoenberg e Boulez. Segno di una certa duttilità nell'approccio sia al repertorio classico, sia a quello contemporaneo. Al suo "Preludio e Morte di Isotta" non mancava nulla: vibrante passione, crescendo sbalorditivi, fraseggio elegante e mai retorico. Un'esecuzione eccellente, in cui anche l'Orchestra del Petruzzelli ha dato il meglio di sè, soprattutto nei suoi archi straordinari.
Passare dal Genio assoluto di Wagner alla musica enigmatica di Scelsi non è cosa agevole: ma anche qui Cohen ha trovato il bandolo della matassa. Il sound di Giacinto Scelsi è tra i più originali ed innovativi che ci siano. Non è etichettabile, non ha un linguaggio cioè paragonabile a qualche corrente più o meno nota. L'ostracismo che per anni ha subito è evidentemente il segno della sua rara capacità di scrivere per sè, la musica che a lui piace. Questo brano - Kamakala (1959), in prima esecuzione assoluta, è curioso: scritto per intero e mai pubblicato, è rimasto negli archivi privati di Scelsi per decenni, mai eseguito o ascoltato da nessuno. il nome prende spunto dall'estremo interesse che il compositore nutriva nei confronti delle discipline orientali. L'Orchestra del Petruzzelli se l'è cavata più che bene, nonostante le difficoltà oggettive che il brano prevedeva.
A seguire ancora un pezzo di particolare interesse, la prima rapsodia di Debussy per clarinetto e orchestra. un brano abbastanza breve, che mette in luce il virtuosismo del clarinettista (in questo caso c'era l'ottimo primo clarinetto dell'orchestra, Michele Naglieri), per l'intensità ritmica e per i colori notevoli presenti nella tavolozza orchestrale. Brillantissima lettura, da parte di Naglieri, che è stato quasi "costretto", dall'entusiasmo dei suoi colleghi, a concedere come bis un brano stravinskiano.
Nella seconda parte, il "piatto forte" del concerto, con una esecuzione esemplare dei Quadri di un'esposizione di Musorgskij-Ravel. Davvero valido Cohen, nel concertare questa partitura, assai scomoda per chiunque, ma non per lui. L'Orchestra ha sfoderato dal canto suo una prova di eccezionale spessore fonico e precisione assolute. Anche i fiati e gli strumentini, si son fatti valere con merito. Con la presenza in sala di Massimo Biscardi, quale nuovo sovrintendente, si spera, che i concerti possano da qui ancora aumentare di numero e l'orchestra guadagni ancor di più in sicurezza e amalgama. E questo è motivo di grande soddisfazione per tutti.
Prossimo concerto il 12 marzo: torna Daniele Rustioni.

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