sabato 3 novembre 2012

I Rammstein: la grande Germania estrae nuovo metallo


Interpreti di un rock, duro, senza fronzoli, scomodo come i sedili di una Passat d'antan, robusti ringhiatori, rabbiosi concionatori di un ritmo esasperato come danza disperata che sa di vita amara ma sincera,  i Rammstein costituiscono, in questo settore, il miglior prodotto da esportazione della Germania riunificata.

Nella loro patria, sono dei divi assoluti, da noi sono decisamente meno noti, ma non del tutto sconosciuti, tutt'altro..si potrebbero definire come gli epigoni contemporanei della straripante German metal wave, che aveva avuto, negli anni 70, dei profeti bizzarri quanto famosi, anche se più sotto il profilo della musica elettronica.
Difatti, anche se non calzante-ed un poco ardito-l'accostamento, cosa per la quale spero di ottenere un consistente perdono, che infilo è quello tra i Rammstein e nobili personaggi quali i Kraftwerk.
I loro colleghi tedeschi la definiscono, non a caso, il Tanzmetall, che sta ad indicare un metro godibile accompagnato ad una solida interpretatività metallara.
Il nome deriva dalla base americana aerea, nella località omonima tedesca che la ospita-che, per la verità, si scrive con una emme-, dove, nel 1988, ci fu il gravissimo incidente delle Frecce Tricolori, che provocò una strage tra piloti ed ignari spettatori dell'evento.
Non certo una prova di ottimo gusto, ma il talento del gruppo è indiscutibile e rinforzato da un tedesco molto lineare ed una pronuncia cavernosa da film horror che è manifesto di uno stile che fa gridare subito al "metallo".
Da Herzeleid a Sehnsucht, ossia da dispiaceri del cuore a nostalgia, i loro due primi e più significativi album, il percorso è agevole e la notorietà, anche estera, per questi ex nuotatori e impagliatori di vimini per cestini arriva. I due singoli di Sehnsucht, Engel ed il premiatissimo Du Hast garantiscono ai tedesconi i grandi contratti, le serate americane e la immortalità, almeno quella commerciale.
Con questa giungono anche le collaborazioni americane: Limp Bizkit e Kiss se li contendono ed arrivano le nominations per il Grammy. Il terzo album, Mutter, non replica, all'estero, il successo dei primi due e la stella dei Rammstein pare offuscarsi, quand'ecco che il cinema si ricorda di loro e pellicole di genere fantasy dark non vedono l'ora di attingere al repertorio tedesco. Infatti, da Matrix a Resident Evil, da Hell Boy a Strade Perdute di David Lynch, la immagine del gruppo, donata al mondo quale colonna sonora filmica, è quella di una musica da visionari.
Seguono, nel lasso di tempo 2006-2010, singoli poco significativi, e con loro, l'ultimo album della serie, la solita raccolta del periodo, initolata, senza fantasia, Made in Germany 1995-2011 ed infine un ultimo tour.
Le accuse moralistiche di essere stati i mandanti ideologici dei massacratori di Columbine, di essere la colonna sonora dei massacratori dei bambini della scuola di Beslan e, nientemeno, gli anticipatori, con un loro singolo uscito il 10 settembre 2001, della strage del celeberrimo giorno seguente sono, come tali, forzate e ridicole. Ahimè, nessuno, proprio nessuno può impedire al cervello umano e folle di compiere misfatti, mentre è sempre decisamente più arduo collegare, in termini di responsabilità ideologica o morale, dei morti a dei cantanti pop.


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