giovedì 15 novembre 2012

Largo ai giovani per l'Italiana in Algeri di Rossini che ha debuttato con successo ieri al Petruzzelli


L'Italiana in Algeri di Rossini non è nient'altro - né pretende di esserlo - che una gigantesca farsa, una pura follia. Quando venne presentata al pubblico, la prima volta al teatro San Benedetto di Venezia nel lontano 22 maggio 1813, quest'opera frizzante, geniale, divertente nel suo eccentrico svolgimento narrativo e musicale, riscosse un successo pressoché unanime e questa calorosa accoglienza consacrò definitivamente il talento del giovane compositore pesarese appena ventenne.
Al Petruzzelli ieri sera il successo si è ripetuto, assai calorosamente, grazie ad un giovane direttore di impressionante personalità (considerata l'età: 29 anni appena), Daniele Rustioni; ottimo anche il cast proposto, un mix omogeneo di  giovani voci già affermate o che comunque presto lo saranno. E poi c'è lo splendido allestimento di Jean-Pierre Ponnelle, qui a Bari ripreso dal bravo Fabio Ceresa, datato quanto si vuole (Scala di Milano, 1973-74) ma pur sempre coinvolgente, elegante, raffinato nelle scelte registiche, mai involgarito da forzature inutili. Uno spettacolo sia scenico che musicale da stropicciarsi gli occhi e da ascoltare con sommo godimento.

Tornando alla musica, va rimarcata positivamente anche il debutto della nuova orchestra e del nuovo coro maschile (sebbene, sia chiaro, nella limitatezza dell'organico proposto per un Rossini buffo) del teatro barese venuti fuori, non senza aspre polemiche, a seguito dei concorsi espletati nei mesi scorsi.
Sono tutti molto giovani e cresceranno. Per questa ragione, ci pare ancor più meritevole la direzione di Rustioni, sempre vigile e curata nella ricerca delle giuste dinamiche e di un suono trasparente e leggerissimo. Bravo a seguire i cantanti passo, passo e a dare equilibrio al tutto con l'autorevolezza di un veterano.
Del cast proposto, fatto da specialisti del repertorio rossiniano, benchè tutti giovani, abbiamo apprezzato, in particolare, la bravura scenica e vocale del Mustafà di Simon Orfila e la bellezza del timbro, la tecnica sopraffina del Lindoro dell'uruguaiano Edgardo Rocha, già noto come recente protagonista della rossiniana Cenerentola trasmessa in mondovisione e diretta da Gianluigi Gelmetti.
L'Isabella di Chiara Amarù, non possiede forse l'avvenenza e la bellezza ipnotica richiesta dal personaggio, ma possiede voce e tecnica solidissime che cresceranno senz'altro con gli anni. Scenicamente però, ci pare già matura per diventare una cantante di prim'ordine. Esemplari, infine, le prove di Vincenzo Taormina (davvero un eccellente Taddeo), Enrico Marabelli (Haly) Lavinia Bini (Elena) ed Elena Traversi (Zulma).
Sarà stata la partita dell'Italia, la mancanza di biglietti omaggio, elargiti con generosità in passato, certo è che il Petruzzelli ieri, soprattutto nei palchi, era semivuoto pur trattandosi di un turno "A" di abbonamento. Forse proporre l'acquisto "last minute", e a prezzo vantaggioso, dei biglietti invenduti o degli abbonati impigriti dalla serata freddina  non sarebbe stata una cattiva idea per riempire il politeama. Uno spettacolo così meritava il sold out al botteghino.

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