giovedì 28 febbraio 2013

Bruno Giuranna e i suoi ragazzi incantano alla Vallisa di Bari



Era uno dei più attesi concerti della stagione quello di ieri sera nell'auditorium Vallisa di Bari per la stagione dell'Accademia dei Cameristi, considerata la presenza di uno dei più grandi violisti al mondo: Bruno Giuranna. Insieme a lui quattro talentuosi giovani, da Cecilia Ziano ed Edoardo Zosi (violini) a Michelangiolo Maffucci e Marco Dell'Acqua (violoncelli). In programma un raffinato e godible Boccherini con il Trio in do minore op. 14 n. 2 e soprattutto il meraviglioso Quintetto in do maggiore D.956 di Franz Schubert. Quest'ultimo è un autentico capolavoro, che di rado si ascolta dalle nostre parti, proprio per il variegatissimo ventaglio tematico e la sonotuosa ricchezza timbrica che ne fanno un'opera dall'inconfondibile respiro sinfonico. Quasi ci si stupisce che Johannes Brahms, Anton Bruckner o Gustav Mahler (grandi estimatori di Schubert) non abbiano, per esempio, pensato a farne una trascrizione per orchestra. Colpisce di questo Quintetto, ultimato nel 1828 a poche settimane dalla morte del compositore vienense, la notevole dilatazione e lunghezza dei movimenti. Già a cominciare dal primo, Allegro ma non troppo, si avverte concretamente la sublime intensità espressiva che un tale organico, arricchito dai due violoncelli, produce nell'ascoltatore. Il senso dell'attesa, o anche dell'addio alla vita, che sta per manifestarsi, si riversano anche nel successivo Adagio, in forma tripartita, di rara bellezza. Lo Scherzo successivo, con il toccante Trio intermedio, non è da meno e preconizza con la sua esuberanza sonora e ritmica gli Scherzi sinfonici bruckneriani. Il quintetto termina dopo oltre un'ora di musica con un Allegretto dall'andamento tipicamente zingaresco (e qui Brahms ha saputo pescare non poco..) e dall'atmosfera spensierata. Le tenebre fanno finalmente spazio alla speranza, alla luce. La lettura di questo capolavoro che un grande Artista e Maestro del calibro di Giuranna, affiancato da quattro giovani di sicuro avvenire (la Ziano, in particolare, c'è parsa una spanna sopra gli altri), ha costruito attraverso prove intense e coinvolgenti, è stata esemplare per sincera adesione alle differenti temperature emotive del Quintetto. In particolare, nell'Adagio e nello Scherzo.
Pubblico numeroso che ha giustamente decretato un successo caloroso quanto meritato.

(Foto di Giorgio Cavaglieri)

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