venerdì 15 febbraio 2013

La giovane Orchestra del Petruzzelli sta crescendo...




L'orchestra del Teatro Petruzzelli, partorita dal concorso indetto nei mesi scorsi dall'omonima fondazione lirico-sinfonica commissariata, sta crescendo in qualità e  affiatamento giorno dopo giorno. E questa ci pare la notizia più incoraggiante da dare, dopo averla ascoltata nel bel concerto di mercoledì scorso diretto da una delle bacchette più interessanti del momento, quella dell'israeliano Asher Fisch.
In programma c'erano due pagine significative e sufficientemente impegnative del repertorio classico e romantico, come  Les nuits d'été di Hector Berlioz per mezzosoprano e orchestra e soprattutto la Sesta Sinfonia "Patetica" di Ciaikovskij. L'una quasi cameristica, raffinata e di rara eleganza poetica (i testi sono infatti tratti da una raccolta di Théophile Gautier), l'altra espressivamente turgida e lacerante nei contrasti drammatici e nei magnifici "crescendi" che la caratterizzano.

In Berlioz va rimarcata l'ottima prova del mezzosoprano Stefanie Iranyi, che ha disinvoltamente riletto con vocalità sicura e apprezzabile la raccolta di sei melodie, scritta originariamente da Berlioz per  quattro differenti registri (tenore, basso, soprano e mezzosoprano). Fisch ha accompagnato la cantante con leggerezza e soavità, complice l'attenta e giovane compagine barese pur in formazione ridotta.
In realtà il piatto forte della serata era costituito dall'esecuzione della Patetica di Ciaikovskij. A pieno organico abbiamo apprezzato l'eccellente resa dei violini e delle viole, mentre notiamo ancora un' acerba timidezza sonora nei violoncelli e negli ottoni. E' però già un miracolo che in appena tre esibizioni (Otello e due concerti) la nuova orchestra, diretta da buoni maestri (e Fisch si è rivelato davvero bravo nella concertazione) stia compiendo sensibili miglioramenti.
In particolare, ben riuscita l' esecuzione degli ultimi due movimenti della celeberrima sinfonia. Vibrante e appassionata la direzione del maestro israeliano che è già alla sua seconda apparizione sul podio del Petruzzelli nel giro di poche settimane e dopo aver diretto negli anni scorsi complessi di livello straordinario come  Chicago Symphony Orchestra e Berliner Philharmoniker.
Continuiamo a suggerire però l'utilizzo nei concerti sinfonici di un'adeguata camera acustica da montare sul palcoscenico del teatro, soprattutto per ascoltare meglio (e in certi punti della platea il problema si avverte)  e distintamente i legni e i fiati, talora invece schiacciati dagli archi. Pubblico, in verità, non particolaramente numeroso. Bisogna fare di più per attirarlo ai concerti sinfonici, anche perchè i circa 1500 posti a sedere del Petruzzelli (e sono tanti certo) non restino, per buona parte, desolatamente vuoti.

Nessun commento:

Posta un commento