sabato 16 febbraio 2013

Who are The Who ever?


Per rispondere all' interrogativo, raccoglierò dalla spuma del mio mare personale due souvenirs graditi, dalla varia foggia e utilità. Qui li enumero rapidamente: Carlo Verdone, cui chiedo scusa per essere di forma utensile, ma è un ragionamento, spero chiaro ed un videogame per una nota versione di telefonino da frutta.
Parlare degli Who è come scalare una montagna, per cui mi servono almeno due rampini solidi come quelli di cui sopra. In questo momento, forse, dirò un' eresia, ma convinta: sono la formazione, più dei miei sovrani Beatles- di cui non parlerò mai temendo la scomunica-, cui tutti, ma dico tutti i successivi si sono ispirati: dagli Iron Maiden ai Queen, da David Bowie agli Oasis, nella cui musica sento echi antichi targati The Who.
Non parlerò, non posso parlare, abbssandomi a sciorinare, come quasi sempre faccio, dati, numeri, hits e risonanze storiche. Pete Townshend, il leader, il capo, l' autore, la mente e quasi tutto il braccio del gruppo ed i suoi amici, chi più fedele e lontano nel tempo, chi più recente ma non di meno a lui caro, sono la storia del rock evoluto. Mentre, infatti, i Rolling ed i Beatles travalicano qualsiasi forma di immaginazione e sono-quasi-la storia e basta, The Who rappresentano la continuità, il Prometeo che ruba il fuoco e lo dona agli uomini. Sono uomini, ma qualcosa di molto vicino alle divinità e, di conseguenza, sono visti e da vedere, da noi, come gli inventori ed i plasmatori della forma rock.
Non basta, infatti, solo sentire My Generation non so quante volte, come il nostro mitico Carlo fa, tampinandoli per ogni dove, comportandosi, ai loro concerti, vuoi da groupie, vuoi da buttafuori, alla bisogna prostrandosi, a pelle di leone, verso Townshend e soci.
Basta risentire- ed io lo ho fatto-un superbo remix, fatto per un videogioco- anche i bloggers sono esseri umani, dalla consistenza quasi bambina- di Won't get fooled again; non è in commercio, che io sappia questa versione, ma è reperibile anche su Youtube. Tuttavia, anche se non riusciste a trovarla, fa nulla, basterebbe sentirne l' inconfondibile incipit, assolutamente meravigliosa insalata mista, in cui si fondono echi da Sex Pistols ed immagini da Pink Floyd, il tutto condito da una abbondante oliata, che è fornita dal frantoio universale della schitarrata alla Clash.
Come si vede, signori, questa è gente che è venuta dopo e che, per loro stessa ammissione e confessione, han dichiarato di ispirarsi direttamente agli Who e questo mi pare abbastanza.
Ah...dimenticavo: ringrazio il Signor Verdone Carlo per la-involontaria- collaborazione.

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