lunedì 10 marzo 2014

Il pianista Emanuele Arciuli, protagonista assoluto nel concerto di Grieg allo Showville


Formatosi a Lipsia, Edvard Grieg fu fortemente influenzato dalla cultura musicale tedesca, tuttavia tornato nel suo Paese, la Norvegia, prese coscienza della necessità di sviluppare una musica legata alla cultura nazionale studiando il folclore natìo, e facendone in tal modo l'elemento base della sua produzione.
Il concerto in La minore per pianoforte ed orchestra op.16 è probabilmente la composizione più nota del musicista norvegese, non solo perchè è entrata a fa parte stabilmente del grande repertorio dei pianisti più celebri , ma soprattutto per l'equilibrio formale pressochè perfetto nel rapporto tra solista ed orchestra, con i suoi slanci di sopraffino lirismo, oltre che per il virile elemento virtuosistico, che ricorda non solo l'analogo concerto schumanniano cui è in parte dedicato, ma anche il mondo lisztiano per la presenza evidente di ardue ottave e complessi accordi.
Emanuele Arciuli è pianista ormai notissimo, non solo in Puglia, e affronta questo concerto per la prima volta al teatro Showville (tra qualche giorno sarà poi alla Scala di Milano, stesso programma, con Wayne Marshall) con il maestro americano Delta David Gier, allievo tra gli altri di Bernstein e di Ozawa, che dirige l'Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari.

La sua lettura, da non virtuoso, quale Emanuele è a tutti gli effetti, riserva comunque sin dal primo ascolto degli spunti interessanti e assai originali. Infatti, assistiamo ad una prova che consente di ritrovare nel celebre concerto passaggi di raro lirismo, favoriti sempre da un tocco plastico e godibile. Nel primo movimento, Gier mantiene l'orchestra su tempi abbastanza comodi onde favorire maggior agio e concentrazione ad Arciuli sulle intrinseche difficoltà virtusoistiche del concerto. Nel secondo tempo, indubbiamente vien fuori la capacità straordinaria del pianista barese di esprimere fraseggi in piena eleganza e dolcezza, con un tocco quasi chopiniano, sul tappeto di archi servito splendidamente dall'Orchestra diretta da Gier.
L'ultimo movimento ci pare, quello più riuscito, dove gli slanci popolari contagiano entusiasticamente sia l'orchestra che il pianista, in una vorticosa cavalcata finale. Applausi scroscianti e meritati per lui e per la buona prova dell'Orchestra della Provincia ben diretta dal maestro americano.
Nella prima parte, se la Sinfonia n. 3 di Schumann "Renana", non ha regalato le emozioni sperate, ma è invece parsa ancora in fase di "lavorazione", ottimamente si è comportato Gier nell'esecuzione dei Folk Songs n. 1,2 e 4 di Robert Beaser (volinista solista l'eccellente spalla dell'orchestra, Giovanni Zonno), musicista bostoniano nato nel 1954 e tra i più "classici" maestri della nuova musica americana. Un pezzo il suo assai godibile, nella dimensione di una ritrovata linearità armonica e melodica. Alla fine, dicevamo, molti applausi per Arciuli, che ha generosamente ringraziato il pubblico (giunto, va detto, abbastanza numeroso) con due raffinati bis di Chopin e Beethoven.

5 commenti:

  1. Correggo: il concerto di Arciuli a Milano non sarà alla Scala, ma all'Auditorium Fondazione Cariplo con l'orchestra Giuseppe Verdi.

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  2. Grazie Moludd, l'ho scoperto solo adesso...in effetti era stato Maurilio Manca a darmi la notizia, evidentemente errata!

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  3. Rettifico Moludd: Emanuele suonerà Grieg anche alla Scala, oltre che con la VERDI all'Auditorium. Me l'ha appena confermato lui stesso. "Ergo" Maurilio aveva pienamente ragione.

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  4. Giusto, chiedo scusa ma sul sito de La Verdi non c'è scritto! Quindi 13 14 e 16 all'Auditorium e il 17 alla Scala

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