mercoledì 26 marzo 2014

La Traviata di Ozpetek al Petruzzelli è splendida. Rustioni e il cast vocale invece deludono.


E' una "contaminazione di forme tra "Occidente e Oriente" quella della Traviata di Verdi ambientata all’inizio del secolo scorso a Parigi, che per la stagione lirica della Fondazione Petruzzelli abbiamo visto solo ieri sera, nella prima replica serale. Con la direzione orchestrale affidata al maestro Daniele Rustioni e la regia a Ferzan Ozpetek. L’opera, va detto, è una coproduzione con il Teatro San Carlo di Napoli.

Proprio sulla commistione tra Occidente e Oriente insisteva in conferenza stampa Ozpetek: "Esalta la doppiezza che circola in tutta l’opera che oscilla nel contrasto tra la passione romantica e gli eccessi del vizio e del sesso". "Io non conosco bene la musica - ha detto Ozpetek – e per questa regia (è solo la sua seconda regia dopo 'Aidà) sono partito dal romanzo. La lettura mi ha aiutato a comprendere meglio la personalità dei personaggi, la sensualità della musica di Verdi e mi ha dato degli spunti per alcune soluzioni sceniche, in particolare per il secondo atto".
"L'approccio all’opera – ha proseguito – è stato per me molto importante, mi ha affascinato. La musica ti leva strati di pelle, ti scarnifica, ti rende molto sensibile e ti aiuta a capire meglio l’altro, paradossalmente questa regie mi hanno dato una carica emotiva per fare altri film". "Nell’opera lirica la musica è molto importante e compito del regista – ha continuato Ozpetek – è dare importanza alla recitazione che carica di emozione la vicenda e coinvolge lo spettatore".
In effetti il fulcro di massimo interesse per l'allestimento che va in scena (sold out per tutte e otto le recite i programma)  in questi giorni al Petruzzelli, è proprio la regia Ozpetek, che non delude mai. Nella stupenda scena di Dante Ferretti del primo atto, vi è una cura cinematografica del tutto straordinaria. Ed ancora nel secondo atto, bucolica vista con un cancello liberty di imponente grandezza, sullo sfondo un giardino. Le raffinate luci che illuminano lo spettacolo sono di Giuseppe Di Iorio, mentre i meravigliosi costumi sono disegnati da Alessandro Lai. Insomma, uno spettacolo di alto livello, fiinalmente anche nel nostro Teatro!
A deludere non poco è, invece, soprattutto l'interpretazione musicale, con Daniele Rustioni che dirige senza passione, diciamolo pure, con il "freno a mano" tirato, ed un cast decisamente al di sotto delle aspettative. L'opera non decolla mai e le emozioni, di cui Traviata è piana, si contano sulle dite di una mano. A parte la buona prova del baritono Giovanni Meoni, nei panni di Giorgio Germont, con un timbro caldo e suadente, ed i buoni comprimari Domenico Colaianni (Il Marchese d'Obigny) e Gianfranco Cappelluti (il Barone Duphol) non ci pare che la Violetta traballante negli acuti e nelle agilità di Elena Mosuc e L'Alfredo di Francesco Demuro, dal timbro fresco, ma angusto ed esangue, abbiano meritato più della sufficienza. Anche gli applausi, non sono del resto parsi particolarmente entusiasmanti. La nota positiva è piuttosto legata al superbo Coro e all'Orchestra del Teatro che hanno risollevato le sorti di uno spettacolo, altrimenti complessivamente mediocre.

7 commenti:

  1. Il primo cast è decisamente migliore! Peccato aver ascoltato l'altro

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  2. Gentilissimo, quindi non è sempre vero che chi sa cantare è in teatro e a casa rimane solo chi non sa cantare; e la prego, la mia non è volontà di sterile polemica, solo spunto di riflessione per chi lo voglia. Con stima, la saluto cordialmente.

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  3. Guardi, signor Anonimo, sarà un caso...Ma fa evidentemente più notizia sapere che chi NON SA CANTARE sia su un palcoscenico come il Petruzzelli, piuttosto che il contrario...Buona serata!

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  4. Per me il secondo cast non aveva niente da invidiare al primo, soprattutto il tenore, (per me superiore a quello del primo cast) ma anche il giovane soprano, fascinosa vocalmente e scenicamente, e il giovane e fin troppo baldanzoso baritono erano assolutamente all'altezza del loro compito.

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  5. Mi fa piacere. Io purtroppo, non l'ho ascoltato, perchè non in condizione di salute ideali.

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  6. Per ascoltare il secondo cast c'è l'ultima recita, quella di domani, se si riescono a rimediare i biglietti

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