giovedì 6 marzo 2014

Yuri Bashmet e i Solisti di Mosca protagonisti di uno strepitoso concerto al Petruzzelli


Se c'è una cosa giusta da dire, è la seguente: quest'anno gli sforzi della Camerata Musicale Barese sono davvero encomiabili e sinceramente da lodare. La programmazione è migliorata di gran lunga rispetto alle scorse stagioni. Insomma, siamo di fronte ad una serie impressionante di spettacoli, che fanno della Camerata l'associazione privata di riferimento in Puglia per la Musica.

Questa premessa è utile, per raccontare il vibrante successo dell'ultimo concerto a cui abbiamo assistito martedì scorso con il grande violista e direttore Yuri Bashmet e gli eccellenti "suoi" Solisti di Mosca.
Una serata, che purtroppo (dico purtroppo, a malincuore!) non ha visto la presenza massiccia del pubblico barese, forse più attratto dal film trasmesso in contemporanea su Canale 5, la "Grande Bellezza" di Sorrentino (fresco vincitore dell'Oscar per il miglior film straniero), che per un concerto che meritava il sold out a prescindere da tutto.
Francesco Antonioni, ex direttore artistico della Camerata, nonchè notissima voce di Radio Tre Suite e compositore emergente di ottimo livello, ha presentato il suo pezzo prima del concerto.
"Sull'ombra", era il lavoro in prima assoluta, che Antonioni ha brilllantemente illustrato al pubblico di Bari. "Uno studio sul chiaroscuro, sulle sfumature che l'orchestra d'archi può realizzare, ed è anche uno studio sulla risonanza, sulle proiezioni sonore che a volte si trasformano in minacciosi, oscuri fantasmi, altre volte si risolvono in un lieve ondeggiare di linee musicali." Ha detto Antonioni, che non si aspettava, peraltro, di godere di una così esemplare lettura da parte dei Solisti di Mosca e di Bashmet.
A seguire, anzichè la prevista sonata in La minore per arpeggione e painoforte D. 821, nella trascrizione per viola di Roman Balashov, abbiamo invece ascoltato una splendida sinfonia da camera, l'op. 110/a di Dmitri Shostakovich, una dell più enigmatiche e misteriose del geniale compositore russo.
L'esecuzione, anche qui di straordinario livello espressivo e tecnico.  i Solisti di Mosca si sono rivelati in tutta la loro grandezza; strepitoso, in particolare, il secondo movimento, con i taglienti staccati dei violini e delle viole, oltre alle raffinate dinamiche imposte da Bashmet.
A rendere ancor più interessante e vivace il concerto dell'altra sera, ci ha pensato un allievo di Shostakovich, "tale" Alfred Schnittke, compositore scomparso nel 1998, che dal suo Maestro trasse l'ironia travolgente e canzonatoria del regime stalinista. "Il concerto a tre" è stato un momento di indimenticabile bellezza neo-barocca, filtrata attraverso lo spirito russo. A concludere degnamente la serata c'era (immancabile) la Serenata per archi di Ciaikovskij, capolavoro assoluto del genere.
Anche qui, Bashmet si è fatto apprezzare per un gusto assai eccentrico nel trattare i materiali, mai banale o sdolcinato, ci ha regalato una lettura di rara precisione ed eleganza, complici gli eccellenti Solisti di Mosca. Non c'è che dire, peccato per gli assenti, ma "LA GRANDE BELLEZZA" in Musica martedì sera era al Petruzzelli!

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