sabato 27 ottobre 2012

Coldplay: un gioco sin troppo freddo


Dominatori del panorama british dell'indie, profeti di quel deciso ritmo lento, stantio e refreinistico che sa di suicidio collettivo o di raduno religioso o politico precrepuscolare o millenaristico che dir si voglia (MILLE E NON PIÙ MILLE!!), i Coldplay rappresentano la voce della depressione, o, per usare una espressione vezzeggiativa, l'iperintimismo del rock.

Appaiono non a caso, all'alba- e non al crepuscolo- del nuovo millennio e, subito, davvero non si fa fatica a crederlo, scatenate nuvole di ragazzine li avvolgono, li coinvolgono e li fanno sentire più grandi di quello che sono.
I loro inizi son quelli di tanti altri, quando il leader, il guretto, il buon Chris Martin, assieme ad un suo compagno d college, decidono di elaborare questa idea bandistica.
Al solo sentire il nome, uno dei sodali iniziali scappa via sottolinenando il portato depressivo del motto. Allora, al Martin ed ai superstiti, viene in mente di cambiare nome e con il marchio decisamente più normale quanto anonimo di Keane e si avviano per la loro strada.
È il 2003 ed il primo tour, conseguente al primo loro inserimento nella mitica Billboard, li vede protagonisti di gustosissimi covers, da Du Hast degli incomparabili Rammstein, di cui parleremo presto, a What a wonderful World di L. Armstrong, passando per i soliti Beatles e Rolling.
Come coverband diciamo che se la son anche cavicchiata, ma, di lì a poco, nuove grane attendono i Coldplay...
E sono accuse di plagio ripetuto, che riguardano il loro singolo super, quel Viva la Vida, diventato un inno da tutto....lo troviamo presente in ogni cosa di questo ultimo decennio...dai raduni sportivi da scapoli e ammogliati a manifestazioni per diversamente abili, non mancando, in questo contesto, anche diversi raduni politici, sia di defunti leaders, sia di aspiranti tali.
Grasso che cola per i Coldplay, i quali, come detto, però, si trovano a fronteggiare la ira funesta di Cat Stevens- a me piace ancora chiamarlo così- e di un altro men noto esponente della scena musicale, i quali attaccano di falso il gruppo britannico.
Non entreremo nel merito di queste vicende e nemmeno le lasceremo sullo sfondo, a noi basti sapere che questa band abbia un futuro secondo quelle che sono le proprie potenzialità, decisamente superiori a quanto finora prodotto. Un hip-hip di incoraggiamento, allòr a dare qualcosa di più...

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