lunedì 23 settembre 2013

Un buon successo per Renato Rivolta e l'Orchestra del Petruzzelli



E' tornata a suonare in un concerto sinfonico, il quart'ultimo della stagione 2013, l'Orchestra del Teatro Petruzzelli, dimostrando che non è più da tempo, una promessa o un complesso emergente di giovani talentuosi, ma una eccellente realtà del nostro territorio. Programma tutt'altro che facile: "Alborada del Gracioso" di Ravel, Triplo Concerto di Fabio Vacchi (in prima esecuzione assoluta) e Terza Sinfonia di Brahms.

Sin da Alborada, si sono apprezzati il suono e i colori tipicamente spagnoleggianti, segnati chiaramente dal ritmo alla De Falla (capello a tre punte docet). "La Spagna è la mi seconda Patria" soleva dire Maurice Ravel. Poi è stata la volta del Triplo Concerto di Vacchi: un brano, edito da Ricordi, e composto appositamente per il Petruzzelli nel 2011.
Si tratta del primo lavoro di Vacchi come "composer in residence"; ce ne saranno altri quattro cadenzati nel corso dei prossimi quattro anni. Il titolo richiama al Triplo di Beethoven e al classicismo, ma qui anzichè pianoforte, violino e violoncello, ci sono due flauti e l'arpa. Alla maestria dei due flautisti solisti (Giampaolo Pretto e Manuel Zurria) è affidata l'alternanza di strumenti di differente intonazione ed estensione: ora il flauto in do, ora quello in sol o quello basso in do, ora l'ottavino.
Anche per l'orchestra le prescrizioni della partitura sono assai precise. Per gli archi è prevista una corposa presenza numerica propria del sinfonismo novecentesco. La strumentazione disegna una trama coloristica assai articolata che fa pensare ai concerti grossi di Haendel e Bach, con netta contrapposizione dei solisti al "tutti" dell'orchestra. Ottima la prova dei tre solisti impegnati, tra cui c'era anche l'arpa di Patrizia Radici.
La composizione di Vacchi è stata accolta con vivo successo, l'autore presente è stato lungamente applaudito alla fine del pezzo.
La Terza Sinfonia di Brahms, grande capolavoro del compositore tedesco (viennese d'adozione) ha concluso degnamente la serata. Esecuzione esemplare di Rivolta, che ha evitato tempi troppo veloci e dinamiche troppo contrastanti, per inseguire un lirismo romantico, delicato e tenerissimo. Gli archi nobili dell'Orchestra sugli scudi: suono pulito e ben omogeneo. Una lettura di rara disciplina, con un finale palpitante come di rado è capitato ultimamente di ascoltare.
Peccato, che sia mancato il pubblico delle grandi occasioni. Molti posti vuoti in platea e tra i palchi farebbero pensare che la Fondazione Petruzzelli non sia abbastanza abile nelle politiche di comunicazione. Lo vedremo dai prossimi appuntamenti sinfonici in programma da qui alla fine dell'anno. Intanto, questa mattina è stata presentata la nuova stagione. Stagione ricca di grandi ambizioni e titoli ritrovati come l'Elettra e il Flauto magico. Ne parleremo più nel dettaglio domani.

4 commenti:

  1. Ma stiamo scherzando?!? Al termine della terza, ho immediatamente pensato al notorio carattere burbero del buon Brahms (Bruckner ne sa qualcosa!) e a come avrebbe inveito contro un'orchestra che ha suonato in modo piatto, senza coloriti (sembrava stesse svolgendo un compitino) e contro un direttore che avrà pur inseguito un lirismo romantico, ma mi sa che non l'ha trovato. Non è sufficiente scimmiottare Furtwangler per suonare come Furtwangler. Ne è uscita una performance dilatata all'inverosimile con in alcuni passaggi (soprattutto nel quarto movimento) delle brusche accelerazioni, suonata in modo scialbo e staccato. In merito all’orchestra mi auguro migliori, ma ormai ne è passato di tempo. Mi sa che ci tocca aspettare ancora.
    Su Vacchi… no comment!

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  2. Egregio Signor Anonimo, la Musica è bella perchè si può giudicare nei modi più diversi. Io faccio questo lavoro da trent'anni, peraltro non godendo nemmeno di uno stipendio; lei è certamente libero di dire ciò che vuole. Ne ha pieno diritto. Per quanto mi riguarda, la lentezza di un'esecuzione non è sempre sinonimo di mediocrità e piattezza...Anzi!

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    1. Concordo con lei quando osserva che la lentezza di esecuzione non equivale a piattezza e proprio per questo motivo ho citato Furtwangler, ma la performance dell'altra sera è stata, purtroppo per noi spettatori paganti, ben altra cosa. Inoltre lei sottolinea che si occupa di "critica" musicale da molto tempo; lo so bene ed è per questo motivo che leggo assiduamente il suo blog, che trovo assai interessante e stimolante. Mi permetterà tuttavia di dissentire da alcune delle sue recensioni e da un certo "buonismo" nei confronti di un'orchestra che continua a stentare. Con fiducia mista ad un certo timore guardo alla prossima stagione della Fondazione, un ricco programma che incontra i miei gusti. Si spera che l'orchestra possa essere all'altezza del compito.

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  3. Purtroppo devo concordare con chi critica l esecuzione di quel concerto. Dateci direttori all altezza ed una camera acustica. Il direttore ha fatto un pessimo lavoro. L'Orchestra ha messo tanta volontà e lavoro extra (x sistemare problemi chiari a cui il direttore non ha pensato di dare importanza). Siamo per primi noi musicisti a metterci in discussione.

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