venerdì 5 dicembre 2014

"Christian Thielemann e il neo romanticismo" di Maurizio Dania


"Cercherò di essere breve e di esporre le mie personali idee sul neo romanticismo in musica che Christian Thielemann interpreta con suprema maestria grazie al suo gusto, all'origine sassone, alle sue intuizioni, in virtù di un periodo storico durante il quale il pubblico e la critica apprezzano questo modo di dirigere che si sposa perfettamente con l'ambizione edonistica del pubblico tedesco; anche grazie alla capacità di aver a disposizione, di aver forgiato, fatto crescere a livelli eccezionali la sua orchestra di Dresda . Il suono è il risultato di tanto lavoro e della continua, quasi maniacale applicazione che sposa il bene morale e quindi l'etica con il piacere.

In fondo non si tratta, secondo me, di un qualcosa di diverso da ciò che si è sempre sottinteso con il termine “romanticismo”, ma di un modo stilisticamente più concentrato verso la tradizione, rispetto a quel che si chiedeva a Claudio Abbado, (caso a sé stante eppure straordinario) o a Simon Rattle.
Thielemann ha colto da Karajan la ricerca della bellezza del suono, ma non ha abusato di violoncelli,viole e violini, per far risplendere un suono cupo ed estremamente marcato; si è avvicinato allo stile di Furtwangler anche disponendo i Maestri dell'orchestra in posizione diversa rispetto alla rivoluzione di Rattle con i Berliner e ha fuso la tradizione con il gusto moderno, ottenendo risultati esaltanti; ha scelto di onorare i Grandi Autori tedeschi con qualche escursione nel repertorio italiano; non ha dimenticato le novità ed i giovani compositori.
Per questi motivi egli è la sintesi che lo ha fatto salire nella classifica, quel tanto che oggi anche altre orchestre lo vorrebbero sul podio. Dieci anni fa, dopo la parentesi Abbado, la compagine berlinese scelse un inglese per trovare fuori dai confini germanici un Direttore in grado di sconfinare da un'epoca all'altra, sia per una questione artistica, sia perché commercialmente, il grande tour che coinvolge anche le Case discografiche, non era più una loro esclusiva.
Altre orchestre in Germania, in Austria, negli Stati Uniti, in Inghilterra, anche in Italia avevano compiuto un miglioramento significativo scegliendo professionisti di altissimo livello, per non citare quelle che da sempre contendevano il primato ai Berliner.
Thielemann ha capito, che era importante infondere nella musica il rapporto tra l'uomo e la natura; con Wagner ha riportato in auge l'orgoglio nazionale, stemperato da un sentimento quasi religioso che era stato criticato e sembrava appartenere solo alle esecuzioni di Bayreuth; non ha accentuato però il misticismo ed ha proposto anche con il gesto un atteggiamento meno spirituale che solo in alcune parti della tetralogia emerge, doverosamente.
E il pubblico e la critica hanno apprezzato: era giunto il momento di cogliere nelle sale da concerto e nell'opera il cambiamento epocale che oggi più che mai sposa il Classicismo allo “Sturm und Drang”. Thielemann ne è l'interprete più prestigioso. A mio parere Egli sa abbandonare il razionalismo avendo riscoperto il sentimento e lo si può sottolineare nel modo in cui affronta un'opera quale l'Ariadne auf Naxos. Il ragionamento potrebbe essere approfondito maggiormente: Thielemann studia e si occupa anche delle opere preromantiche e in questa sede sarebbe interessante compiere un excursus da Weber a Strauss. Il rapporto che lega il Direttore berlinese a Wagner non è solo un' unità delle idee, un fondersi di sentimenti, ma è un'identità filosofica dell'arte; da qui le sue esecuzioni sono il frutto di uno sviluppo dell'estetica musicale in cui si fondono tutte le correnti che portano alla nuova era del pensiero romantico, letta attraverso l'inesorabile trascorrere del tempo. Oggi le direzioni e concertazioni di Christian Thielemann si sposano con il periodo che stiamo vivendo. Da qui il termine che ho usato di neo romanticismo. Thomas Mann disse di Wagner :” Fu uno dei più grandiosi, problematici, poliedrici, multiformi e fascinosi fenomeni del mondo dei creatori”. Thielemann ha la capacità di far navigare anche la sua musica nel nostro tempo, mai dimenticando l'intreccio con chi aveva preceduto la nascita del Musikdrama.
P.S.
Ambirei ascoltare il Maestro anche nell'esecuzione di concerti ed opere di Johann Sebastian Bach e del periodo Barocco. Da Arnstadt a Weimar. "
                                                                                                            Maurizio Dania

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