lunedì 15 dicembre 2014

Un "flauto magico" sognante e poetico riscalda il folto pubblico del Petruzzelli.



Quando una trentina d'anni fa sognavamo ad occhi aperti di regalarci un Tristano, un Parsifal od un Flauto magico al Petruzzelli, ricordo che chi gestiva il teatro di allora mentre sorrideva un po' beffardamente diceva "metteremmo insieme venticinque, trenta persone al massimo!". La legge del profitto ci condannava a restare ancora a bocca asciutta per almeno altri trent'anni. Finchè un bel giorno, complice un sovrintendente illuminato, Carlo Fuortes, questo è potuto accadere e forse accadrà ancora nei prossimi anni con il Tristano ed il Parsifal.

Ieri sera, per la prima volta, in Puglia l'opera il "Flauto magico" di Mozart è stata messa in scena dal regista Daniele Abbado, un allestimento datato 2005, quasi nove anni fa, ed eseguita allora nei teatri emiliani dalla Mahler Chamber Orchestra diretta dal grande padre Claudio. Un connubio di straordinaria levatura, ed in effetti, resta l'unica collaborazione significativa, che si ricordi tra i due.
L'opera è un sublime capolavoro, la cui prima datata 30 settembre 1791 raggiunse un teatro popolare e favolistico, dove c'era il pubblico della classe media e bassa, che gradì moltissimo i lazzi festosi e comici di Papageno, autentico protagonista del singspiel, e si innamorò perdutamente della bella storia d'amore tra Tamino e Pamina contrastata dalle oscure forze del male, e poi benedetta dal nobile Sarastro alla fine di una vicenda intricata ma chiarissima nel suo finale tutto massonico, in cui la fratellanza, l'amore e l'amicizia trionfano dopo un percorso iniziatico.
 L'omaggio alla nobiltà d'animo della Massoneria di allora va contestualizzato storicamente. Siamo lontani da quello che questa temibile Loggia è diventata in tempi recenti. Non solo Mozart, ma anche Haydn e Beethoven, oltre allo stesso Piccinni, beneficiarono del fatto di far parte di essa per molti anni. Lo spettacolo del regista Abbado, va detto, è bellissimo e di grande poesia. Le luci strepitose di Alessandro Carletti, le scene splendide di Graziano Gregori ed i costumi puntualissimi di Carla Teti ne avvalorano la bellezza. In una scena buia e plumbea si muovono i protagonisti del singspiel mozartiano. Bravi i cantanti, nell'ordine: Antonio Poli ( un fresco e virile Tamino), e Jacquelyn Wagner ( una Pamina dalla voce celestiale) e Alex Esposito ( un esilarante Papageno, dall'attorialità rilevante, accompagnata da una vocalità adeguata al personaggio). Ottima la prova anche del basso Dimitry Ivashenko nel difficile ruiolo di Sarastro e della bravissima Christina Poulitsi in quello dell Regina della Notte (la cui celebre aria ha fatto esplodere il Petruzzelli di incontenibile entusiasmo); Buona la prova, soprattutto nella sua verve comica, della Papagena di Lavinia Bini e delle tre Dame (Pervin Chakar, Giuseppina Bridelli e Adriana Di Paola). Degni di elogio il Monostato di Kurt Azesberger,  i tre fanciulli discretamente guidati da Emanuela Aymone ed il Coro del Petruzzelli, preparato da Franco Sebastiani.
 Un discorso a parte, merita la direzione musicale di Roland Boer, animatissima nella celebre ouverture, ma non sempre chiara e ben coordinata nell'accompagnare i cantanti nelle loro sublimi arie. E sono tante. Complessivamente eccellente la prova dell'Orchestra del Petruzzelli, l'opera è andata bene ed il nostro Politeama ha potuto così offrire dopo quasi 220 anni la "Prima Assoluta" di un capolavoro straordinario. Ne siamo contenti,ma adesso aspettiamo, anche il Tristano ed il Parsifal di Wagner, che non possono aspettare altri due secoli, prima di una loro meritata messinscena. Successo convincente e soprattutto teatro stipato in ogni ordine di posti. Questa sì che è una buonissima notizia!

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