giovedì 2 luglio 2015

Novità della Zecchini sui segreti della Scuola Italiana del Belcanto.

ZECCHINI EDITORE
NOVITA’ LUGLIO 2015

Un libro che svela i segreti della scuola italiana del Belcanto

Presentazione di Alberto Triola
Direttore operativo del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Direttore artistico del Festival della Valle d’Itria e Presidente del Conservatorio "Nino Rota" di Monopoli

Prefazione di Franco Fussi
Medico-chirurgo, specialista in Foniatria e Otorinolaringoiatria, responsabile scientifico di Alta Formazione in Vocologia, consulente foniatra del Teatro Comunale di Bologna, delle Accademie d’Arte Lirica di Osimo, Martina Franca e dell'Accademia Rossiniana di Pesaro, della Scuola dell'Opera Italiana del Comunale di Bologna


ALESSANDRO PATALINI

LA SCUOLA DEL RESPIRO
Antologia commentata delle testimonianze
sulla respirazione nel Belcanto

Presentazione di Alberto Triola
Prefazione di Franco Fussi

pagine XXIV+188 - illustrato - formato cm. 16,5x23,5
Euro 25,00


È opinione diffusa che la respirazione sia il fondamento del canto, eppure gli insegnamenti che possiamo leggere al proposito in alcuni metodi di canto tra i più antichi e famosi, sono molto diversi da quelli diffusi attualmente. Dobbiamo considerarli errati, rifiutando il confronto con i princìpi basilari di quella che fu definita “La scuola del respiro”? O, più ragionevolmente, dobbiamo supporre che, nel corso della storia, i cantanti di scuola italiana abbiano utilizzato diverse maniere di respirare? La questione non è di poco conto se, appunto, si dà importanza alla respirazione nel canto, e si considera che il repertorio del Settecento e del primo Ottocento è tornato prepotentemente ad appassionare il pubblico. Questo libro offre l’occasione di guardare alla respirazione del canto da una prospettiva inedita; per farlo raccoglie e commenta le principali testimonianze sulla respirazione riconducibili alla didattica della vocalità fiorita, ne delinea i caratteri fisici, le motivazioni pratiche, e propone alcune plausibili ipotesi sul motivo per cui essa fu progressivamente abbandonata. Un percorso che si snoda fra storia, prassi esecutiva e didattica, ponendo al centro l’esperienza viva del cantante che, oggi come due o trecento anni fa, si avvicina al Belcanto.

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Se la voce di un cantante – vuoi per il travolgente virtuosismo, vuoi per l’accattivante espressività – riesce a farci commuovere ancora oggi, nel mondo smaliziato, distratto e materialista che ci siamo fabbricati, non è tanto perché si sostiene sulle fondamenta di una inossidabile e dogmatica scuola sapienziale e di una teoria di precetti e di accorgimenti. Senza tecnica si scivola nel dilettantismo, e l’emozione autentica non può vivere nello spazio dell’approssimazione. Ma se al canto di un professionista ci commuoviamo nel profondo, se nel momento dell’ascolto il tempo sembra azzerarsi, il peso della materia svanire, e se avvertiamo il miracolo del cuore che si solleva in volo, è soltanto perché dietro, sotto - dentro - quel canto, batte il ritmo sublime, perfetto, inavvertibile e immacolato di un respiro.
Il respiro è vita. Per chi lo crede, il divino stesso.
Alberto Triola
Direttore operativo del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Direttore artistico del Festival della Valle d’Itria e Presidente del Conservatorio "Nino Rota" di Monopoli


È sempre vero che il gesto respiratorio nel canto è il canto stesso e la materia sonora scaturisce dal fluire dell’aria sotto il controllo delle esigenze delle dinamiche insite nello stile, dal suo accoglimento in cavità di risonanza specializzate ad atteggiarsi per determinati risultati stilistici. Ed è vero che  la respirazione  fisiologica è una, proprio come è uno il correre delle nostre gambe, ma è pur vero che la potenza e la coordinazione hanno estetiche performative molto diverse; esse sono naturali, perché umane, ma non necessariamente fisiologiche per la struttura che le esegue. Così anche la didattica del respiro concentra l’attenzione ora più su uno ora su un altro aspetto dell’evento unico e indivisibile che è il soffio canoro, che si dipana in una illusoria naturalezza, ed è invece il risultato di un complesso controllo del corpo, dentro la musica, trovato spesso dal grande cantante in modo naturale.
Franco Fussi
Medico-chirurgo, specialista in Foniatria e Otorinolaringoiatria, responsabile scientifico di Alta Formazione in Vocologia, consulente foniatra del Teatro Comunale di Bologna, delle Accademie d’Arte Lirica di Osimo, Martina Franca e dell'Accademia Rossiniana di Pesaro, della Scuola dell'Opera Italiana del Comunale di Bologna


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