giovedì 8 ottobre 2015

Un concerto "illuminato" soltanto dalla musica di Cesare Valentini ieri in Cattedrale a Bari.


Un concerto nemmeno annunciato sui quotidiani nella magnifica Cattedrale romanica di Bari. Capita anche questo a Bari. l'Orchestra della Città Metropolitana (ex orchestra della Provincia) è ormai trascurata al punto da aver imboccato una sorta di collettiva depressione crescente. Da quando non è più con la Provincia ha perso un po' del suo smalto iniziale, non ha una programmazione sistematica ed organica, ma continua a suonare dove capita, senza una guida solida, ma un po' allo sbando. Ieri, per esempio, c'era il pur bravo ed autorevole, maestro abruzzese Maurizio Colasanti a dirigerla. Un programma corposo e stimolante il suo: Glazunov (Serenata op.11 n.2), un classico sinfonico di Haydn (la godibile e tersa "Regina"), ed infine la nota Sinfonia in Re Maggiore di Cherubini, uno degli esempi più fulgidi di sinfonie italiane del XIX secolo, che si possa conoscere, intervallata dal bel pezzo di Cesare Valentini. Ed è proprio del compositore di origini siciliane, ma formatosi nella maturità a Firenze, che vogliamo soprattutto parlare.
Valentini (presente di persona ieri al concerto) ha una vita passata molto vivace e movimentata come compositore. Parte dal Neoclassicismo, prima di avvertire una forte influenza avanguardista, orientando il suo interesse sul suono e gli armonici, l'atonalità e i colori. Tra le sue composizioni di valore c'è anche "Rarefazioni di Luce per orchestra d'archi" del 2007, ma parte prima nel 1997 con " Tempesta di Primavera", brano sommariamente descrittivo, ma efficace proprio nel sound prezioso e ricercato. Anche "Oltremare" eseguito in Prima Mondiale qui a Bari, offre spunti particolarmente invitanti. L'incipit sprigiona una tensione ritmica di eccellente livello. Con gli archi, i fiati e le percussioni in affastellate idee tonali ed armoniche, poi il pazzo cambia e si fa più complesso, con accenti sul mare dal sapore debussyano e descrittivo. L'Orchestra ben diretta da Colasanti ha ottimamente disegnato il corollario realista di questa Musica, rendendola efficace e, a tratti, sublimandola in una forte concentrazione di suono.
Benino, ma non al meglio, gli altri due pezzi in programma, dove è parso che i riverberi eccessivi della maestosa Chiesa barese, abbiano portato l'orchestra a scarseggiare nella concentrazione armonica complessiva dei pezzi. In particolare in Cherubini, a parte il buon secondo movimento dal sapore beethoveniano, si è sentita la mancanza di una adeguata sala prove. Dove provano gli Orchestrali del complesso barese adesso? Boh!
Si spera davvero che l'Orchestra metropolitana possa avere un serio rilancio da parte delle istituzioni comunali. Valorizzare un complesso sinfonico, così carico di storia e cultura, deve essere un compito primario per chi opera nella città. Se si pensa all'esempio kafkiano di un Auditorium, il Nino Rota, da quasi un anno completato al meglio, e mai riaperto, anzi per di più addirittura
dimenticato dalla Politica, vista la mancanza oggettiva di un piano finanziario, di cosa parliamo?

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