mercoledì 7 ottobre 2015

"Una bella serata con i Uaragniaun in Vallisa" di Pino Marsico


"Nell' auditorium diocesano della  Vallisa, sabato scorso, un pubblico numeroso ed entusiasta
ha vissuto una serata speciale regalata da un gruppo musicale nato in Puglia e animato da un grande amore per questa terra: i 'Uaragniaun' ossia un gruppo di ricerca e riproposizione critica del canto popolare. Il nome dialettale rimanda al Garagnone  una località dell' alta Murgia barese in cui è presente un  roccione che un' antica leggenda vuole tagliato dallo spadone del prode Orlando: i racconti e le leggende che si sviluppano da questo luogo- mito sono il tema dei brani proposti nella serata.
 L' ambasciatrice di questi messaggeri del passato è  sicuramente Maria Moramarco, splendida voce che non solo interpreta musicalmente, ma riesce a far rivivere con la sua mimica e la sua personalità i drammi, la tristezza, così come l' allegria e l' ironia, che sono la trama dei vari racconti. La cantante fin dal 1978,  con un gruppo di amici tra cui Silvio Teot alle percussioni e tammorre, e Luigi Bolognese alla chitarra  e mandoloncello, a cui si è aggiunto poi Nico Berardi con i flauti, hanno cominciato a registrare, studiare ed interpretare un patrimonio musicale, in un contesto come quello dell' alta Murgia a partire da Altamura che a detta della stessa Moramarco,  erroneamente veniva considerato,  poco interessante o addirittura arido dal punto di vista artistico musicale.

Quello dei "Uaragnaun" è stato quindi un  viaggio affascinante di un gruppo di amici, il cui entusiasmo è stato contagioso per un pubblico che ha toccato con mano l' amore e anche l' orgoglio di appartenere ad una terra così ricca di tradizione ed è man mano entrato in un atmosfera di complicità e di grande feeling con i musicisti, grazie anche all' accattivante simpatia di Maria Moramarco. I brani proposti sono i momenti della vita quotidiana delle comunità di Altamura e dintorni: ecco quindi prendere forma i suoni pieni di suggestione di una serenata che un pastore fa alla sua bella prima di andare al lavoro nei campi (a' mattinet), o di un litigio tra il pastore che torna a casa dopo un mese di lavoro in montagna e la moglie  trascurata, ma anche l' ironia su ciò che avveniva in confessione in casa, tra il frate e la ragazza, o sull' asino che diventa una persona capace di cucinare, lavare, spazzare  con la coda, e grattare il formaggio con la zampa.
Non mancano momenti tragici come il racconto di cumpà Maria, che per guadagnarsi la minestra, svolge servizi in varie masserie, ed in una queste, subisce l' abuso del padrone che arriva al punto da uccidere il bambino nato dal sopruso, o come Pupidde, una pallina di mollica di pane e zucchero, per calmare il bambino che piange perché la mamma non ha più latte.
Tutta la gamma dei sentimenti sono espressi perfettamente dalla voce, dal ritmo vivace della percussioni e soprattutto dalla capacità di evocare atmosfere e suggestioni dei flauti, di vario genere e provenienza, suonati con maestria da Nico Berardi: si va quindi dal mondador equadoriano, al Kena andino, al flauto di pan al bonsuri indiano, fino al chalumeau.
Impossibile resistere al fascino travolgente di questi ritmi popolari ed il pubblico ha sommerso di applausi il gruppo con la richiesta del bis per il classico brano Storie e patorie."

                                                                                                             Pino Marsico

     

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