giovedì 15 ottobre 2015

"Un ottimo concerto apre la stagione del Collegium Musicum diretto da Rino Marrone" di Alessandra De Nitto


"Si è inaugurata il 13 ottobre, presso il Nuovo Teatro Abeliano, la XX stagione del Collegium Musicum, preceduta dalla matinée riservata alle scuole. Il filo conduttore che unisce, in un salto temporale di quattro secoli, Monteverdi e Purcell a Weill e ai Beatles, è Luciano Berio, che con questi arrangiamenti composti tra gli anni ’60 e ’70, ha mostrato tutta la sua grande capacità di mescolare e far dialogare tra loro generi così distanti tra loro. Come allora Berio riuscì nel suo recupero filologico filtrato in chiave moderna, così oggi abbiamo assistito all’esecuzione di quel lavoro di trascrizione creativa delle opere del passato che il  Collegium Musicum  ci ha riproposto con tutta la freschezza di quei tempi di sperimentazione, quando si faceva “contaminazione”, senza averne ancora inventato l’etichetta.

Il grande pregio delle matinée per le scuole proposte anche in questa stagione 2015, è anche quello di avvicinare giovani ascoltatori che, sebbene abituati alle commistioni di linguaggi musicali, raramente hanno la possibilità di gustare dal vivo la cosiddetta musica “alta” ma sfrondata dalla noia della ricerca accademica, anche grazie al come sempre impeccabile lavoro dell’orchestra guidata dal maestro Marrone. Ottima la resa dei solisti, il soprano Antonella Rondinone che interpretava Clorinda, il tenore Camillo Facchino nel ruolo del testo narrante e il baritono Angelo De Leonardis in quello di Tancredi, che sono riusciti a catturare l’attenzione del giovane pubblico poco avvezzo alla musica del ‘600 e al Tasso, ma sicuramente preparato dai docenti che li accompagnavano. E infatti a conclusione dell’incontro il maestro Marrone non ha dovuto insistere troppo per stimolare le loro domande: erano interessati non solo alle caratteristiche tecniche degli strumenti, ma soprattutto all’approccio creativo nel comporre, e a ciò che porta a scegliere una vita con la musica, come nel caso dell’orchestrale più giovane, il fagottista Nicholas Chimienti, studente del Conservatorio, coetaneo del pubblico presente.
La maestria della Rondinone è stata ribadita nell’esecuzione del repertorio novecentesco, allorquando, grazie a tutta la salda tecnica vocale necessaria per spaziare tra repertori diversi, è riuscita a comunicare la sua interpretazione forte e personale, e che ci ha fatto dimenticare i possibili confronti: d’altronde la Berberian stessa diceva che è fondamentale che il cantante si preoccupi del significato di ciò che canta, andando oltre la mera produzione del suono puro.

Peccato non aver potuto riascoltare De Leonardis, nostra eclettica gloria locale, e Facchino, che ci ha deliziato nel difficile ruolo monteverdiano."
                                                                                                           Alessandra De Nitto

Nessun commento:

Posta un commento