domenica 26 aprile 2015

"Il Sesto Appuntamento della Stagione di Musica Classica a Frosinone 2015" di Elena Dandini



"E’ il sesto appuntamento, quello di stasera, con  LA STAGIONE DI MUSICA CLASSICA 2015  della città e del Conservatorio di Frosinone. Ancora un cartellone ricco, con nomi che hanno reso grande la Musica  in Europa e nel mondo: Beethoven e Mendelssohn- Bartholdy.
Beethoven compose l’Ouverture del Coriolano op.62 nel 1807 parallelamente alla Quinta Sinfonia, come intermezzo alla tragedia omonima di gusto classicheggiante, oggi dimenticata, di Heinrich Joseph von Collin (1771 - 1811), poeta drammatico austriaco stimato anche da Goethe. Coriolano è il soprannome attribuito al leggendario patrizio romano Gneo Marzio, artefice nel 493 a. C. della conquista di Corìoli, capitale dei Volsci. Esiliato da Roma dopo un fallito tentativo di farsi nominare console, Coriolano, desideroso di vendetta, si era rifugiato presso Tullio Aufidio, re dei Volsci, per guidarne l'esercito contro Roma; ma, giunto a poche miglia dalla città, fu fermato dalle parole di sua madre e di sua moglie che lo richiamarono ai valori dell'amor patrio.  Una delle pagine più  esemplari del sinfonismo epico ed eroico di Beethoven  dall’ incipit drammatico, nel vigoroso accordo di tutta l’orchestra, che resta impresso nella memoria di chi ascolta, accordo che si trasforma in melodia sentimentale, in lirismo affettuoso di implorazione della madre e della moglie sull'animo orgoglioso dell'eroe . Dopo una serie di contrasti e conflitti che si alternano, il pezzo che dura appena sette minuti si conclude con l’inciso tragico dell’inizio.


 Dal compositore di Bonn, si prosegue con un altro tedesco,  Felix Mendelssohn-Bartholdy   (Amburgo 1809-1847) ,  uomo di grande cultura non solo musicale (parlava correntemente quattro lingue)  fu una figura cosmopolita e moderna per il suo tempo. Riportando alla luce La Passione secondo San Matteo di Bach (1829) iniziò la sua carriera di musicista professionista e cominciò ad essere  conosciuto.  Viaggiò moltissimo in tutta Europa,  durante un suo soggiorno parigino prese lezioni da Cherubini,  entrò in contatto con Rossini,  Meyerbeer e con altri musicisti attivi nella capitale francese. Nel  1843 fondò il  Conservatorio di Lipsia facendone un importante centro studi  cui accorsero giovani di tutti i paesi. Le sue opere sono pervase da un senso di serenità  e ottimismo derivanti, sicuramente, dalla sua posizione di borghese benestante. Una musica,  ancorata a valori di matrice classica,  che rimase, per molti anni, modello per i compositori dell’epoca specie per quelli di area scandinava. Il primo ascolto è l’Ouverture op. 26, in Si minore,  Le Ebridi ( La Grotta di Fingal) nata, come la Terza Sinfonia,  da un suo viaggio in Scozia, precisamente nell’isola di Staffa la cui suggestiva grotta di colonne basaltiche e stalattiti ispirò immediatamente il compositore che diede alla luce questa ouverture densa di lirismo e fantasia  considerata, anche da R. Wagner, “una tra le espressioni  più belle e romantiche del sinfonismo tedesco”,  gettando, così,  le basi per i futuri poemi sinfonici.

Ultima tranche della serata sempre con Mendelssohn-Bartholdy e la Sinfonia n.4,  in La maggiore, Op. 90 “Italiana” anche questa composizione nata dalle suggestioni derivanti dal suo viaggio e soggiorno in Italia tra il 1829 e il 1831. Mendelssohn, alla sorella Fanny in una lettera del 22 febbraio 1831, scrive: “La sinfonia Italiana fa grandi progressi. Sarà il pezzo più gioviale che ho mai scritto, in particolare l’ultimo movimento. Per il movimento lento non ho ancora trovato nulla, e penso che lo terrò per Napoli.” Pubblicata postuma, divenne una delle sue composizioni più famose. Divisa in quattro movimenti (Allegro vivace; Andante con moto; Con moto moderato; Saltarello: Presto ) è una “pittura musicale” delle emozioni che lo pervasero in un ambiente così diverso dalla Germania,  nel colore e nella freschezza della strumentazione  rivivono  la luminosità e il folklore della tradizione italiana. L’Allegro vivace iniziale ha un ritmo quasi di danza ed è la melodia più facile da ricordare per la sua orecchiabilità; l’ Andante con moto è  una melodia triste e sembra che M. si sia ispirato ad una processione religiosa, a cui aveva assistito,  lungo le vie di Napoli; il Con moto moderato è il movimento che si discosta da tutta la composizione  per la grazia di minuetto quasi schubertiano;  l’ultimo movimento è quello più intriso di sonorità dell’Italia del sud  si tratta, infatti, di un Saltarello: Presto dalla sana e travolgente allegria rese  ad altissimi livelli di eleganza. L’ Orchestra Sinfonica del Conservatorio Licinio Refice, in tutte le sue sezioni,  ha dato ottima prova di qualità dei suoni  nell’esaltazione dei colori delle varie partiture grazie anche alla direzione sempre elegante di Giorgio Proietti particolarmente soddisfatto del successo meritatissimo."

                                                                                                                       Elena Dandini

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