venerdì 18 maggio 2012

Donna Summer: i suoi gemiti, lontani ruggiti di un'epoca



Aaah, love to love u baby, gracchiavano le radio degli anni settanta descrivendo nelle menti di giovini e vecchi volute ed evoluzioni erotiche circolari come anelli di fumo.... La italietta di quegli anni si eccitava così, con poco, così come viveva con poco o forse ancora meno...senza passatismi che lasciano il tempo che trovano - o forse no-tiriamo innanzi e giungiamo in medias res. Per chi non lo avesse ancora capito sto recitando l'orazione funebre per la grande Donna Summer. Più che una donna, i suoi sospiri e con i suoi, inevitabilmente i nostri. E giù cassette che si vendevano, anche pirata, dagli improbabilissimi servizi fotografici come copertine che rimandavano a quei sospiri affannosi da amplesso mostrando a burbe, a impettiti signori col borsello a tracolla così come ad allupati pensionati quale potesse essere il gemente oggetto delle loro turbe.
Ovviamente- e farei, soprattutto ora, torto alla icona-non era solo questo; era la grande maestra e cerimoniera della Disco e portabandiera di molti altri megasuccessi, quali I feel love, di recente remixato e riadattato per uno spot di una notoria casa di moda, Hot Stuff, Bad Girls, Enough is Enough e tanti altri.
La nostra grande Donna ci è stata portata via dal solito male dei nostri tempi; come molte altre persone che trovano la dignità di affrontare quei momenti- gli ultimi- anche lei la regina assoluta del nostro sogno di libertà e movimento ha trovato la forza di incoraggiare tutti noi, come prima ci aveva donato la gioia di vivere ed aveva scandito la nostra vita con il ritmo della voglia di ballare e di essere ancora noi.
Ti aspettiamo, pantera nera infilando una vecchia cassetta da qualche parte e riascoltando la tua voce mentre ci palleggiamo tra le mani quegli involucri dagli impudichi simulacri di piacere.




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