lunedì 14 maggio 2012

Il geniale pianista-improvvisatore Rosario Mastroserio e il Coretto ricordano Bruno Giannini con un magnifico concerto

"Un concerto per ricordare un amico...Ciao Bruno": questo era il titolo della serata organizzata dalla storica associazione musicale barese, il Coretto, in onore dell'indimenticato Bruno Giannini, musicista di valore e per molti anni titolare della notissima Ditta di strumenti musicali "Giannini Pianoforti" di via Sparano, che continua ancora oggi a vivere grazie alle sue figlie Gianna e Giulia. Ne è stato protagonista applauditissimo venerdì scorso il celebre pianista di San Giovanni Rotondo, Rosario Mastroserio, che ha regalato al folto pubblico che ha riempito l'auditorium Vallisa un concerto decisamente intrigante, sia per l'originalità della proposta (improvvisazione e creatività tra classico e non...) che per la sua naturale quanto riconosciuta solidità tecnica ed espressiva. Conosco Rosario da una decina d'anni e ho seguito la sua maturazione sia come uomo che come musicista, oggi arrivata a livelli sorprendenti. I suoi concerti adesso si arricchiscono oltre che della sua abilità virtuosistica sugli 88 tasti del pianoforte, anche di una sapiente capacità di raccontare la musica, sia nel merito di ciò che va ad eseguire sia sul perchè di determinate scelte ermeneutiche. In questo modo il pubblico è più coinvolto per non dire complice, e sembra di tornare a quei leggendari concerti che in un lontano passato grandi artisti tenevano prima nei prestigiosi saloni dei palazzi aristocratici, poi nei salotti borghesi di metà Ottocento, in pieno Romanticismo. Se riesci a trovare un legame tra Mahler e Piazzolla, per esempio, significa che hai approfondito, hai scavato nella storia della musica e non ti sei solo limitato a leggere delle note. Improvvisare e rileggere personalmente gli spartiti è sempre stata poi la grande e forse più autentica passione di Rosario. Ecco perchè gli riesce splendidamente "giocare" con pirotecnica bravura sull'Arte di Astor Piazzolla, che non è solo Tango(ci mancherebbe!) e George Gershwin, ma anche ricreare al pianoforte le suggestive atmosfere decadenti del lacerante "Adagietto" della Quinta di Mahler e persino misurarsi con un divertente midley bachiano. Standing ovation meritata, dopo un paio di bis semplicemente deliziosi. Prima del concerto, il maestro Flavio Peconio presentando la serata, ha ricordato le difficoltà economiche in cui si dibatte da anni il Coretto, facendo appello al Comune di Bari per un concreto sostegno finanziario alle sue attività artistiche. "A Bari non esiste solo il Petruzzelli con il suo budget milionario, ma ci siamo anche noi, una realtà musicale che ha alle spalle più di 45 anni di attività pedagogica e concertistica. Dispiace invece dover constatare che ci sentiamo completamente ignorati." Parole sacrosante, per tutto ciò che prima il fondatore del Coretto, Silvestro Sasso, poi i suoi proseliti e allievi hanno saputo fare qui a Bari sia a livello per l'appunto pedagogico, sia per la di divulgazione musicale nei confronti di intere generazioni di cittadini.

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