lunedì 6 ottobre 2014

"Alla Scala con Riccardo Chailly in un Requiem rigorista e trionfale" di Elena Percivaldi


"Quindici minuti di applausi, un trionfo assoluto, e per Milano una serata che non temiamo di definire storica. Sì, perché il Requiem di Giuseppe Verdi che si è ascoltato ieri sera al Teatro alla Scala nel primo di due concerti fuori abbonamento (il secondo stasera, ore 20) grazie alla bacchetta di Riccardo Chailly e alla grandiosa performance di coro, orchestra e solisti è uno di quelli che non si dimenticheranno tanto facilmente. La serata era tutta in ricordo di Claudio Abbado, che al Piermarini fu direttore musicale dal 1968 al 1986: e nessun omaggio è stato tanto sentito e vibrante.

Chailly aveva annunciato nei giorni scorsi un'esecuzione del capolavoro verdiano, da lui già ripetutamente diretto in varie occasioni, all'insegna del massimo rigore formale e interpretativo, in linea con le letture di Toscanini e dello stesso Abbado. E infatti la partitura è stata seguita con impeccabile piglio filologico, in ogni luogo e in ogni dettaglio, dai pianissimi appena sussurrati ai fortissimi e oltre dei momenti di maggior pathos drammatico. Tutto è risultato, questo Requiem, tranne che un lavoro “teatrale”, come vorrebbero invece molte letture affatto superficiali: i sussurri del coro, le grida delle trombe, la drammatica frenesia degli archi, l'olimpica calma dei pianissimi, sono tutti elementi che hanno esaltato di questa monumentale opera la profondità sconcertante, la titanica spiritualità, la ricerca dell'Assoluto da parte dell'uomo che si incarna, prende forma e si trasfigura nel suono
Perfetto, ai limiti del miracoloso, l'equilibrio raggiunto tra orchestra e coro, diretti in sinergia assoluta grazie a un'evidente comunione di intenti raggiunta da Chailly e con il maestro Bruno Casoni. Il simbolo di ciò si è incarnato nello stesso Chailly che, sul podio, quasi trasfigurato, ha diretto l'orchestra sillabando nel contempo il testo parola per parola, controllando perfettamente un suono che più verdiano di così non si può. Degna di grande lode anche la prova dei solisti, Anja Harteros, Elīna Garanča, Matthew Polenzani (che ha sostituito all'ultimo momento l'indisposto Jonas Kaufmann) e Ildebrando D’Arcangelo: tutti e quattro hanno saputo esaltare al massimo l'espressività del testo in tutte le «intenzioni su cui bisogna pensare» volute (e son parole sue) da Verdi, dando vita a una prova vocalmente perfetta ed equilibratissima sia individualmente che nei momenti di insieme. Era evidente che lo spirito del genio bussetano ieri sera aleggiava sul Piermarini, e speriamo non sia intenzionato a lasciarlo tanto presto.
Così, allo spegnersi dell’ultima nota, dopo quaranta lunghissimi secondi di silenzio concentrato il pubblico è esploso in quindici minuti di applausi e chiamate. Chailly, che rientrando alle ovazioni non è mai salito sul podio ma è rimasto assieme a solisti, orchestra e coro a sottolineare il lavoro di insieme fatto per questa occasione, entrerà ufficialmente, dal primo gennaio  2015, nella carica di direttore principale del teatro. Ma ieri sera con l'abbraccio virtuale della sua Milano per quest'opera concepita e scritta da Verdi a Milano, eseguita per la prima volta sotto la Madonnina (in San Marco per ricordare Alessandro Manzoni), in memoria di un altro grande milanese recentemente scomparso, il “milanesissimo” maestro ha ricevuto la più solenne, commossa e convinta delle investiture."

Elena Percivaldi  

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