giovedì 20 dicembre 2012

Convincente successo con Mahler e Brahms per l'inaugurazione della stagione dell'Accademia dei Cameristi in Vallisa



Brahms non amava il Gustav Mahler-compositore, ancora alle prime armi, bensì il già celebrato direttore d'orchestra che spopolò alla Staatsoper di Vienna tra il 1897 e il 1907. Si ricorda a tal proposito un significativo episodio in cui il famoso musicista, di natali amburghesi ma ormai viennese di adozione, si congratulò personalmente con Mahler per una sua straordinaria interpretazione del Don Giovanni di Mozart. 
La premessa è utile per parlare, con cognizione di causa, del concerto inaugurale della stagione dell'Accademia dei Cameristi, che si è tenuto lunedì scorso presso l'auditorium Vallisa a Bari.
Un concerto che nel programma accostava i due compositori con altrettanti quartetti: il Quartetto in la minore con pianoforte di Mahler e quello omologo nella tonalità di la maggiore di Johannes Brahms. Protagonisti delle esecuzioni eccellenti che abbiamo ascoltato sono stati nell'ordine Elisabetta Mangiullo (pianoforte), Giulio Rovighi (violino), Giulia Ripani (viola) e Francesco Dillon (violoncello). Nomi ricorrenti e ben noti, a parte quello della Ripani (giovanissima ma già apprezzata interprete), nelle precedenti stagioni dei cameristi, a chi segue da sempre le loro performances. 


La novità dell'altra sera era però data dal pubblico, mai così numeroso per i Cameristi, e da un rinfresco successivo al concerto offerto dalla Brasserie "Al Visconti". Non vogliamo fare i maliziosi, ma l'incentivo del rinfresco può aver determinato un afflusso maggiore di pubblico (peraltro, va detto, assai entusiasta e plaudente), ma al contempo  ha consentito di toccare con mano a tanti la notevole qualità dell'offerta musicale che l'Accademia garantisce, immutata e senza compromessi di sorta, da ben 14 anni su Bari e Fasano. 
Continuiamo a pensare che la strada giusta da percorrere per la battagliera presidente Maria Rita Alfino sia quella di entrare in un circuito regionale musicale e teatrale in modo che le produzioni, frutto di giornate di prove e lavoro indefesso, possano girare, beneficiando così di un territorio ben più vasto, che vada dalla capitanata al salento. 
In tempi di crisi solo così probabilmente questa ed altre realtà musicali italiane di eccellenza, in grave pericolo di sopravvivenza, potranno salvarsi dalla scure dei tagli pubblici sulla cultura e dall'indifferenza di gran parte (non tutta per fortuna) della politica.

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