giovedì 19 marzo 2015

Una Donna del Lago di Rossini, di straripante bellezza in diretta dal Metropolitan di New York.


L'altra sera, sono andato alla Multisala Galleria a gustarmi una deliziosa opera di Rossini. Non però, si badi bene, una delle "solite" opere di repertorio (Barbiere, Cenerentola, Italiana in Algeri,  Gazza Ladra eccetera eccetera, per intenderci), le più famose e anche plateali, ma un'opera "Seria". Davvero SERIA. La Donna del Lago è il suo nome. Probabilmente il titolo vi dirà ben poco, ma è una autentica storia d'amore, anzi due, intricatissime e bellissime, come si conviene a tutte le storie di tal genere. Io ebbi modo di acquistarne un'edizione discografica svariati anni fa, diretta addirittura da Maurizio Pollini, pianista notoriamente eccelso, che volle sperimentarsi al ROF di Pesaro, anche come direttore. I risultati furono incoraggianti e positivi, ma il Maestro abbandonò presto quella sua nuova "carriera" di Direttore.

Lo spettacolo era in diretta satellitare dal Metropolitan di New York, quanto di meglio si possa immaginare, qualità visiva  e sonora perfetta, visto che è considerato ormai il teatro di riferimento nel mondo dell'Opera Lirica mondiale. Il cast vocale impressionante. Il direttore bravissimo. L'Orchestra ed il Coro di prim'ordine. Non si poteva volere certo di più, se non emozionarsi allo spasimo  e lasciarsi andare a qualche innocente lacrima, durante le arie più affascinanti e rapinose. Vorrei raccontarvi la vicenda, ma non lo faccio. Oggi con internet puoi saperne di più e scoprire tutto da solo. Basta solo un po' di applicazione e volontà.
Vi elenco, invece, "solo" le magnifiche voci dei protagonisti del cast: Juan Diego Florez, Joyce Di Donato, Daniela Barcellona, e John Osborn, per le parti principali. Il "belcanto" ha trionfato con uno spettacolo tradizionale sì, ma anche rispettoso della natura dell'opera che si svolge in Terra di Scozia, tra vallate suggestive e panorami incantevoli, proiettati sulle quinte del palcoscenico. 
La Donna del Lago, inizia con un paio di cori che ricordano abbastanza, quelli similari, cadenzati dai ritmi bucolici e pittoreschi del Guglielmo Tell.  L'opera ha però un primo atto lunghissimo. Quasi, un'ora e 40 minuti. Decisamente sproporzionato, rispetto ad altri lavori analoghi di Rossini, ma si fa seguire, perchè affascinano tanto gli elementi principali della sua Arte.
 Si pensa, che un'opera così bella, possa essere cantata soltanto da un cast così straordinario, come quello di martedì sera. Ed è vero, tali e tante sono le difficoltà disseminate, di cui è irta la sublime vocalità di questo capolavoro misconosciuto. Un "Belcanto" di altissima levatura, reso con grazia speciale da tutte le voci impegnate. In ogni caso, la "Coppia del Secolo", le cosiddette due Star del momento, sono sicuramente quelle di Flòrez, voce tenorile dallo smalto nobilissimo e accattivante, e della DiDonato, cantante di classe cristallina e soprano di coloratura semplicemente unica. Voci di un virtuosismo stellare, strumenti divini,che ti incanti, anche solo ad ascoltare per qualche minuto. Di eccellente levatura interpretativa, anche il Malcom Daniela Barcellona ed il Rodrigo di John Osborn (per quest'ultimo acuti e sovracuti da brivido!)
Bravissimo, anche il Maestro. Quel Michele Mariotti, rossiniano doc, che ha raccolto alla fine della sua brillante e tagliente direzione, un successo straripante e meritato. La regia era affidata a Paul Curran, un po' oleografica come detto, ma efficace nel complesso, nell'esprimere tutti gli intricati affetti e le situazioni più drammatiche, che ruotano intorno a quest'opera. Splendidi i costumi, soprattutto nella aristocratica scena finale della Reggia di Scozia. Molto bella e ben illuminata da un ottimo Disegno Luci. Spettacolo, dunque, da incorniciare tra i più belli e raffinati di quest'anno 2015.

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