lunedì 12 marzo 2012

La Fondazione Petruzzelli rischia la chiusura tra voragini in bilancio e presunte parentopoli


Leggendo i quotidiani di questi giorni ed in particolare le cronache sulla commissariata Fondazione Petruzzelli, mi sono posto un paio di quesiti che ora porto alla vostra riflessione. Possibile che solo adesso, grazie al dettagliato lavoro di analisi contabile del bilancio della stessa da parte del commissario Carlo Fuortes, venga scoperchiata la pentola di una gestione assai poco chiara non solo nelle spese folli (il buco in bilancio supera infatti di un bel po' gli 8 milioni dichiarati in un primo momento), ma anche nelle assunzioni di personale ritenute clientelari o addirittura parentali? Nella conferenza stampa di venerdì scorso nel foyer del politeama occupato da giorni, Fuortes si è guardato bene dal parlare di contratti di lavoro dei precari del Petruzzelli, ma solo del bilancio nudo e crudo della Fondazione barese, dal quale è emerso un passivo, a tutto il 2011, ascendente all'importo di ben 8.335.494 euro. Certo è che l'Orchestra e il coro hanno pesato non poco sull'aumento vertiginoso della spesa e dei costi fissi della Fondazione. L'uscita di scena, per esempio, dell'Orchestra della Provincia di Bari in regime di convenzione con la Fondazione Petruzzelli, dal 2004 sino al dicembre 2008, ha costretto l'ente lirico barese a dotarsi in pochi giorni di un'orchestra nuova di zecca per non rischiare di far saltare quella stagione, a cominciare dalla Bohème.
Forse qualcuno dimentica, ed è questo secondo me il punto nodale della vicenda, quando tre anni fa il presidente Schittulli tolse alla Fondazione l'orchestra della Provincia più per una frizione politica con il sindaco Emiliano che per motivazioni reali e ragionevoli.
Da quel momento la neonata Orchestra del Petruzzelli ha pesato in modo evidente sui bilanci della Fondazione, anche perchè è stato soprattutto il Comune di Bari a farsi carico dei costi, mentre la Provincia latitava e la Regione Puglia parlava di concorsi pubblici da fare in fretta, elargendo inzialmente 800 mila euro (2009), poi un milione e 500 mila euro (2010) e solo lo scorso anno la cifra più corposa di 2 milioni e 300 mila euro (2011). E il ministero? Sandro Bondi all'epoca dei fatti non rispondeva alle sollecitazioni poste dalla Fondazione di indire urgenti concorsi europei (come per legge) per la formazione di orchestra, coro e personale in modo da coprire tutte le figure contemplate nella prevista pianta organica di circa 180 dipendenti.
Ma con quali risorse il ministero dei beni culturali avrebbe dunque mai potuto consentire l'assunzione di tante persone? Una risposta in tal senso non è mai arrivata. Ed ecco perchè se la "parentopoli" che sabato scorso è stata platealmente denunciata con un video (nel quale ci sono nomi e cognomi di presunti raccomandati) dal PDL, una parte di responsabilità va comunque senz'altro addebitata non solo al Comune di Bari, ma anche alla Provincia di Bari e al Ministero dei Beni Culturali che hanno abbandonato al suo destino la più "povera" (si fa per dire visto che in gioco ci sono sempre milioni di euro) delle 14 fondazioni lirico-sinfoniche italiane.
Quello che esce da questa storia di allarmante non è solo l'incapacità gestionale della Fondazione e di chi ne ha avuto la responsabilità in questi anni, ma soprattutto l'assenza di un "gioco di squadra" tra i parlamentari dei partiti pugliesi per far sì che a seguito di una legge ordinaria di esproprio, dopo che la Corte costituzionale aveva dichiarato inammissibile la modalità utilizzata dall'allora governo Prodi del decreto d'urgenza, si potesse dotare questa Fondazione innanzitutto di un teatro di proprietà pubblica. Cosa che ad oggi non è ancora avvenuta. Ed è anche a giudizio di Fuortes una grave anomalia (tutte le fondazioni lirico-sinfoniche esistenti in Italia posseggono un teatro di proprietà) che incide e inciderà non poco sul futuro (se ce ne sarà uno) dell'ente lirico barese.
Servono infatti subito 6 milioni di euro per ripianare il deficit attuale e vanno trovati "in loco", tra investitori privati ed enti locali, altrimenti il rischio reale è la morte annunciata della Fondazione Petruzzelli.
Ben 70 milioni di euro è costata la lunga ricostruzione con soldi pubblici del teatro Petruzzelli. E adesso cosa ne facciamo? Un cinema?

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