lunedì 19 marzo 2012

"Un’Orchestra al Pianoforte": esce un nuovo cd lisztiano con il pianista Orazio Sciortino


È opinione ormai consolidata che parlare di ”trascrizione” oggi voglia dire, per ogni compositore, mettersi in relazione con il passato e con il presente, in un percorso di ricerca profondo e complesso: ”un’invenzione cosciente”, come diceva Luciano Berio. Già Bach indagava il proprio tempo trascrivendo, anzi reinventando per tastiera i concerti di Vivaldi, Marcello e altri contemporanei; Mozart lo faceva con le opere della famiglia Bach o di Händel; Kurtág lo farà, con propositi e modalità diverse, sui corali dello stesso Bach.
Le ragioni del ”riadattare”, trascrivere, arrangiare vanno ricercate in quel bisogno di cercare se stessi attraverso lo studio di partiture altrui, al di là di un’operazione meramente artigianale, ma anche nella percezione inconscia che la musica debba essere naturalmente, continuamente trascritta e ripensata. Il pianoforte, per le sue possibilità timbrico-espressive, diventa soggetto-oggetto ideale per la reinterpretazione di uno stesso materiale musicale. Straordinari e numerosi sono gli esiti delle operazioni condotte da Ravel (sia su opere proprie, sia altrui), Debussy, Stravinskij ed altri. Nella maggior parte dei casi si tratta di ridurre il materiale di una composizione al suo stato originario, di materia grezza, e ricrearlo in ragione di un timbro orchestrale presunto: non un tentativo di imitazione di diversi strumenti o impasti strumentali, ma di simulazione-dissimulazione dell’idea di orchestra; una vera ”riorchestrazione”, insomma.
L’impegno di Franz Liszt, per la presenza nel suo catalogo di più versioni anche di una stessa composizione, si considera in questo senso magistrale. Per il compositore ungherese scrittura pianistica e scrittura orchestrale sono ambiti di una stessa ricerca, che non è disgiunta dall’indagine intellettuale. Non è azzardato infatti pensare a lavori come la Sonata in si minore o Après une lecture de Dante come a veri e propri poemi sinfonici; ugualmente, è efficace e spesso rivelatore pensare composizioni per orchestra al pianoforte.
È il caso di Gretchen, secondo movimento di Eine Faust-Symphonie, uno dei suoi capolavori.
Del ciclo dei grandi poemi sinfonici fa parte il celebre Les Préludes, dall’omonimo poema di Lamartine. La composizione, che non ha certo bisogno di presentazioni, è stata più volte trascritta. La versione incisa in questo CD è quella di Karl Klauser, realizzata nel 1863 e, sotto la supervisione dello stesso Liszt, pubblicata pochi anni dopo. Nel lavoro di riscrittura del materiale orchestrale Klauser si rivela conoscitore profondo del pianismo del compositore ungherese: la metabolizzazione delle formule pianistiche è tale da non far percepire alcuno scarto tra il compositore e il trascrittore, cosicché gli equilibri della versione originale restano saldi, fuggendo anche dal virtuosismo di cattivo gusto, seppur spettacolare.
Di pochi anni più tardi sono i Due episodi dal Faust di Lenau, il secondo dei quali (Der Tanz in der Dorfschenke) è una orchestrazione del notissimo Mephistowalzer N. 1 per pianoforte. Particolarmente interessante risulta il lavoro che Liszt stesso conduce, orchestrando magistralmente il materiale pianistico; e, sulla base di tale orchestrazione, l’opera di ulteriore trascrizione compiuta da Ferruccio Busoni. Si tratta di una ”riorchestrazione al pianoforte” della partitura originaria in cui la scrittura pianistica, tipica del tempo, presenta soluzioni che appaiono più vicine al mondo di Ravel, coerentemente con la raffinatissima versione orchestrale di Liszt. La trascrizione di Busoni, poi, è ricca di preziose indicazioni che sembrano voler indicare una linea interpretativa ben precisa, sottolineando il carattere danzante del brano (il titolo Der Tanz in der Dorfschenke allude alla danza demoniaca di Mefistofele) e obbligando l’interprete a non scegliere tempi metronomici eccessivamente veloci, al di là quindi del vano virtuosismo.
Orazio Sciortino, interprete del cd liztiano, curiosamente intitolato "An Orchestra on the Piano" (un'orchestra al Pianoforte) e appena pubblicato dall'etichetta genovese Dynamic, è pianista e compositore ed è nato il 20 agosto 1984. Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati da Ricordi e Carisch ed eseguiti in Italia e all’estero in festival importanti e sedi prestigiose: Serate Musicali di Milano al Teatro Dal Verme, Beethovenfest di Bonn, Barge Music Festival di New York, I Cameristi della Scala, Beijing Modern Music Festival, Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, ecc. L’attività di pianista concertista, sia da solista sia con prestigiose orchestre, lo porta a esibirsi in ambiti di rilievo internazionale in Italia e all’estero: dalla Sala Verdi del Conservatorio di Milano (Società dei Concerti) a Ferrara Musica, dal Teatro Rossini di Pesaro al Teatro Politeama di Palermo, al Teatro Greco di Siracusa. Si è inoltre esibito in Polonia, Germania (Konzerthaus di Berlino, festival di Wolfsburg e Braunschweig), Austria, Canada, Spagna, Serbia, Svizzera, Libano. Ha recentemente debuttato al Teatro alla Scala di Milano, in veste di direttore e solista, eseguendo, in prima esecuzione moderna, il Concerto per pianoforte e orchestra di Adolfo Fumagalli, accompagnato dall’orchestra I Cameristi della Scala. Ha registrato per Rai Tre, Radio Tre, Radio Classica, Radio Svizzera Italiana, Fondazione Antonio Mazzotta (prima incisione italiana dedicata al pittore e compositore lituano Mikajolus Konstantinas Ciurlionis). Si occupa di divulgazione musicale in veste di conferenziere e pianista, proponendo percorsi di guida all’ascolto e lezioni-concerto. Siracusano di nascita, ha compiuto gli studi di pianoforte nella sua città per poi diplomarsi brillantemente all’Accademia Pianistica ”Incontri col maestro” di Imola, dove ha studiato con Boris Petrushansky, Michel Dalberto e Louis Lortie. Ha inoltre compiuto gli studi di composizione sotto la guida di Fabio Vacchi presso il Conservatorio di Milano, città dove tutt’ora vive.

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