lunedì 22 maggio 2017

Il prossimo 24 maggio l'Unione Musicale di Torino ospiterà un Quintetto di fuoriclasse dell'archetto: Gabriele Pieranunzi e Marco Rizzi (violini), Simonide Braconi (viola), Francesco Fiore (viola) ed Enrico Bronzi (violoncello). Musiche di Mendelssohn e Brahms.


Mercoledì 24 maggio 2017 (Conservatorio G. Verdi di Torino, ore 21) l’Unione Musicale ospita un quintetto di fuoriclasse dell’archetto, tutti italiani. Lo compongono Marco Rizzi – vincitore dei prestigiosi Concorsi Čajkovskij di Mosca e Queen Elizabeth di Bruxelles –, Gabriele Pieranunzi (nella foto) – pluripremiato al Concorso Paganini di Genova e primo violino dell’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli –, Simonide Braconi  prima viola dell’Orchestra del Teatro alla Scala –,Francesco Fiore – membro del Quartetto Accardo, è prima viola dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma – ed Enrico Bronzi, violoncellista affermatosi al Concorso Rostropovič di Parigi e fondatore del Trio di Parma.
Cinque amici (anche dell’Unione Musicale, che li ospita regolarmente come solisti o in formazioni da camera), cinque affermati solisti, che hanno in comune un’autentica passione per la musica da camera, qui al servizio di pagine di non frequente ascolto: il Quintetto n. 2 op. 87 di Mendelssohn, contraddistinto dalla seducente eleganza formale, dalla freschezza melodica e dall’abilità nella scrittura concertante, e il Quintetto op.111 di Brahmsun lavoro tra i più importanti di tutta la produzione brahmsiana per bellezza d’invenzione e coerenza formale, in cui si ritrovano echi di valzer e ritmi di danze popolari. Anche nel Quintetto op. 111, come in altre pagine cameristiche della maturità, si riscontra l’incantevole intensità del “tardo stile” di Brahms, forte di ogni conquista armonica, timbrica e ritmica raggiunta dal compositore in ambito sinfonico. 
In una recente intervista, rilasciata in esclusiva all’Unione Musicale, il maestro Gabriele Pieranunzi ha fornito una ulteriore chiave di lettura della serata: «Siamo in un mondo e in un epoca iper-tecnologizzata e con tempi di reazione sempre più rapidi; tutto viene dimenticato in un lasso di tempo brevissimo. Con questo concerto vorremmo rivolgere un invito alla riflessione e al pensare, se possibile lentamente, senza fretta…»

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