martedì 19 novembre 2013

Un grande concerto per la Camerata con Stefan Milenkovich e Srebenika Poljak


E' raro che un maestro, durante un concerto, prenda il microfono in mano e inizi ad illustrare i pezzi della serata. L'italiano non sarà perfetto, ma Stefan Milenkovich suona il violino da Dio ed il programma è arduo e complesso, almeno nella prima parte. Lui dice che bisogna scendere dal distaccato Parnaso di certi artisti e bisogna, invece, accostarsi alla gente che ascolta. Un concerto scorre anche più veloce e divertente in questo modo.

Milenkovich, lo ricorderete ragazzino nel 1987, quando accompagnato al pianoforte dalla madre, suonò in un concerto al Petruzzelli di Bari proprio per la Camerata Musicale Barese. Ieri sera, di fronte ad un pubblico non troppo numeroso quanto lo era con Accardo (un vero peccato!), ci ha regalato un autentico, grande concerto. Oggi è uno straordinario violinista che si divide tra Chicago e Berlino, New York e Parigi, con il rischio di avere la "testa fuori uso per il fuso", come ha ricordato sorridendo ieri. Un ragazzo davvero molto simpatico. Il programma di ieri sera, comprendeva le sonate di Debussy e Ravel, i tre preludi di Gershwin arrangiati dal mitico Jascha Heifetz nella prima parte. Pagine complesse, di rara introspezione, levigate con maestria unica. La cavata è possente e vibrante, ricorda in un certo senso quella dei grandi del passato, da Leonid Kogan a Nathan Milstein.
Il programma nella seconda parte si fa anche divertente con la "Fantasia da concerto sui motivi della Carmen" di Pablo de Sarasate, un po' meno con la "Serenade melanconique" di Ciaikovskij, ma entrambe sono rilette con eleganza e stile superlativi, grazie anche alla disciplina ed al rigore della croata Srebenika Poljak . Un programma così virtuosistico, non poteva non concludersi con una strepitosa "Tzigane" di Ravel: qui Milenkovich ha dato prova, se ce ne fosse stato bisogno, di una tecnica mostruosa e di una musicalità assai generosa. Bis ancora con de Sarasate e ottimo, convincente successo. Con la certezza che tornerà anche il prossimo anno.

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