venerdì 23 giugno 2017

Concerto piacevole e godibile ieri al Petruzzelli con il giovane maestro russo Maxim Emelyanychev ed il bravo pianista Gabriele Carcano.


 E' stato un concerto avvincente ed ispirato con l'Orchestra del Petruzzelli diretta con piglio autorevole dal giovane maestro russo Maxim Emelyanychev (nella foto) in tre celebri pagine del repertorio neoclassico e romantico che si è messo in luce in molti Concorsi internazionali per pianoforte (come l'Hans Von Bulow" di Meiningen, 2012)  e nella classe del celebre direttore Guennadi Rozhdestvensky. Si partiva con lo stupendo "Concerto in La maggiore KV 488" di Mozart, ottimamente interpretato dal  pianista torinese Gabriele Carcano, dove sono lasciati ampi spazi alle geniali capacità del Salisburghese sull'improvvisazione con un lirismo tematico, specie nel primo movimento, di raro impatto espressivo con la morbida tonalità in la maggiore. Da rimarcare anche lo stupendo "Adagio" nel suo libero e struggente fraseggio melodico, che ha messo in luce l'abilità di Carcano nel tinteggiare la cupezza della vis melodica così vivida e particolare. Senza ombra di dubbio, uno dei migliori concerti mozartiani, reso dal maestro russo con eleganza negli accompagnamenti, sempre morbidi ed equilibrati,e che ha visto brillare oltremodo l'Orchestra del Teatro anche nell'avvincente "Allegro assai" così brillante ed etereo. Molto bene è andata anche la Fantasia in do minore per pianoforte, coro misto e orchestra, op. 80 di Beethoven, che è seguita al concerto mozartiano, già molto ispirata al preromanticismo più avanzato di Beethoven e che ha arricchito il concerto di momenti vibranti e maestosi, con il sostegno del Coro del Teatro, con i bravi solisti Maria Silecchia e Anna Schiavulli (soprani) Teresa Caricola (mezzosoprano) Vito Tralli e Raffaele Pastore (tenori) e Gianfranco Cappelluti (baritono), ben preparato da Fabrizio Cassi, uno dei più celebri che accompagna i versi dell'"Ode alla gioia" di Schiller, lo stesso della celeberrima Nona sinfonia. anche qui notiamo l'abilità di Beethoven nella forma dell' improvvisazione, resa con garbo ed eccellente virtuosismo dal giovane Carcano, che avrebbe senz'altro meritato un bis alla fine della Fantasia. Bis che non c'è purtroppo stato. La bella serata si è infine conclusa con la Sinfonia n. 5 in re minore di Mendelssohn, detta la "Riforma", perchè ispirata nel 1830 al trecentesimo anniversario della stesura della "Confessio Augustana", che riassumeva all'imperatore Carlo V i principi fondanti del Protestantesimo. In questa bella Sinfonia, che il compositore amava tra l'altro ben poco, sono visibili le aperture al contrappunto di Bach,come modello insuperato, ed è molto accentuata la formula cadenzale luterana poi ripresa da Wagner nel suo Parsifal. L'interpretazione del giovane maestro russo è stata autorevole, guidando l'Orchestra del Teatro in maniera eccellente e consona allo "spirito tedesco" del brano. Grande successo alla fine, con applausi convinti del pubblico (in verità non molto folto) verso il maestro Maxim Emelyanychev, che ha decisamente ben diretto la composizione con piglio rapido e agile. Ottima la prova, come sempre, dell'Orchestra del Petruzzelli.

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